DALLAS (STATI UNITI) – Hollie Toups, trentenne di Beaumont, Texas, ha scoperto su internet video compromettenti di lei che fa sesso con l’ex ragazzo: “Non riuscivo a respirare, poi ho iniziato a piangere senza controllo, una debolezza immensa. Sapere che qualcuno, cliccando su un tasto, possa rubare qualsiasi informazione ti riguardi è inquietante. Mi fa quasi venire voglia di fare la doccia vestita”.
Se un tempo la vendetta veniva servita fredda, oggi è indubbiamente calda, a luci rosse. Si chiama “revenge porn” (rivincita porno, ndr), e consiste nel punire e umiliare le ex fidanzate, violandone i profili dei social network a scopo estorsivo, mettendone in rete, su siti come IsAnybodyDown, Private Voyeur e Texxxan.com le immagini più hot.
Un fenomeno quello del revenge porn, che sta dilagando e di cui si sta iniziando a parlare, anche perché le vittime stanno uscendo dal silenzio. Il mese scorso, per la prima volta, 26 ragazze texane, tra cui Hollie Toups, hanno fatto causa collettiva a Texxxan.com e GoDaddy.com, l’host che fornisce spazio sul web a 54 milioni di siti, per violazione della privacy.
“Il revenge porn è una forma di traffico umano virtuale e di violenza sessuale cyber2”, spiega John Morgan, il legale che ha preso in mano questa class action. “Perché si diffondono le immagini col proposito di disumanizzare e degradare le donne”.