BRINDISI – Un giro di prostituzione in diversi centri benessere e massaggi gestito da una presunta associazione criminale composta da italiani e cinesi. Tra questi anche un docente universitario: è la scoperta fatta nel corso di indagini durate almeno due anni dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi.
Per questo, all’alba di mercoledì 16 settembre è scattato il blitz: sono stati eseguiti 10 arresti, otto in carcere e due ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Maurizio Saso su richiesta del Pm Savina Toscani.
In tutto sono indagate 15 persone. Le accuse sono di aver costituito una presunta associazione per delinquere composta dal almeno quattro articolazioni operative nelle città di Brindisi, Lecce, Gallipoli e Taranto, finalizzata al favoreggiamento, all’ induzione e allo sfruttamento della prostituzione di ragazze di nazionalità cinese poste “in vendita in diversi centri massaggi e abitazioni private.
A quanto accertato dagli investigatori, le donne venivano costrette con violenza a prostituirsi e in caso di rifiuto venivano minacciate di subire conseguenze. In un caso è stato accertato che alla donna era stata anche paventata l’uccisione di parenti in Cina. Il volume d’affari stimato dagli investigatori è di circa 150mila euro al mese. L’operazione è stata chiamata ‘Peonia rossa’ dal nome di uno dei centri massaggi localizzati dai poliziotti.