MILANO – L’ex calciatore del Milan Robinho, è sotto inchiesta della Procura di Milano assieme ad altre due persone con l’accusa di violenza sessuale.
Un’indagine affidata alla Squadra mobile della questura, nata dalla denuncia di una ragazza che ha raccontato di essere stata stuprata all’inizio dell’estate del 2013 da Robinho e da due amici del calciatore, al termine di una serata in un ristorante di Milano.
Stando al racconto della ragazza, l’incontro con il calciatore sarebbe avvenuto per caso in un ristorante milanese. Il giocatore – è la ricostruzione della presunta vittima – era al tavolo con altre persone, tra cui la moglie. Seduta a un altro tavolo, la giovane con delle amiche. L’atmosfera – complice un bel po’ di alcol – si sarebbe surriscaldata, e dal tavolo delle ragazze sarebbero partiti segnali di interesse verso Robinho e i suoi amici. Uno di questi si sarebbe messo d’accordo con loro di aspettare che la moglie del calciatore lasciasse il locale per poi unire le due compagnie e trascorrere assieme il resto della serata. E così sarebbe accaduto. Solo che, a un certo punto, una ad una le amiche se ne sarebbero andate, lasciando la donna da sola con il calciatore e i suoi due amici. Trascorso altro tempo (e altro alcol) i quattro si sarebbero appartati nel retro del locale, dove l’ex milanista e gli altri due uomini avrebbero abusato della ragazza.
Sulla vicenda, percorsa da qualche dubbio, ha indagato il pm milanese Stefano Ammendola che a un anno e mezzo dai fatti ha chiesto l’arresto di Robinho al gip Alessandra Simion, che l’ha negato: il calciatore, tornato in Brasile, non può più inquinare le prove e non ha precedenti penali. Arrestato nel 2009 per stupro quando giocava a Manchester, fu prosciolto.