Roma. Medico ex donna sarà padre: cambiò sesso, sposato, nascerà una bambina

(foto d’archivio)

ROMA – Un uomo che era una donna diventerà padre di una bambina. È accaduto a Roma e un ruolo importante lo ha avuto un reparto dell’Ospedale San Camillo, Saifip, istituito anni fa proprio per le persone che vogliono cambiare sesso. Un percorso di dieci anni, quando l’ex donna ora uomo era una studentessa di medicina,

La storia è raccontata da Maria Lombardi sul Messaggero. Il giornale usa nomi di fantasia: lui, che oggi fa il medico, si chiamava Francesca, ora si chiama Giulio; la futura madre è Chiara. Non si capisce se Giulio –  Francesca diventi padre come lo sono diventati tutti gli uomini da Adamo in qua, o con i nuovi aiuti alla procreazione che la scienza ha sviluppato negli ultimi anni. Nell’articolo si fa riferimento a viaggi della coppia di futuri genitori all’estero, cosa che fa pensare a qualche tipo di inseminazione. Ma che sia vittoria della scienza genetica o della psicologia, la storia fa impressione e commuove.

È la prima volta che capita, scrive Maria Lombardi, da quando è stato istituito il Saifip dell’ospedale San Camillo. Giulio – Francesca si presenta e dice:

“Dottoressa aspetto una bambina”.

La foto di un’ecografia lo conferma:

“A Maddalena Mosconi, psicologa, in 17 anni di lavoro non era mai capitato. Un paziente le comunicava che stava per diventare padre, «una soddisfazione enorme per noi, una storia che dà grande speranza». Giulio l’ha conosciuto circa dieci anni fa, si chiamava Francesca era una studentessa di medicina ventenne che si è presentata al Saifip con la disperata forza di chi vuol essere quello che non è”.

La studentessa era decisa:

“Voglio essere un uomo”.

Ebbe inizio un lungo percorso. Dice Maddalena Mosconi, che è responsabile dell’area minori del Saifip:

“Per cominciare c’è la psicodiagnosi, dobbiamo verificare quello che ci racconta il paziente. Poi hanno inizio le terapie ormonali, i vari step di interventi, più numerosi per le donne che per gli uomini, e parallelamente le pratiche burocratiche per il cambio di identità”.

Francesca, ricostruisce Maria Lombardi,

“sapeva sin da piccola di non essere una bambina, capita quasi sempre così. Ma non aveva il coraggio di confidarlo ai genitori, li sentiva quando commentavano davanti alla tv «meglio un figlio morto che gay». Con il sostegno degli esperti del Saifip (servizio di adeguamento tra identità fisica e psichica) ce l’ha fatta a parlarne in famiglia – anche per loro è cominciato un percorso terapeutico – e ai colleghi dell’università. Poi gli interventi, per una donna che vuole diventare uomo, almeno cinque, e il cambio di identità. Francesca, ormai Giulio, ormai medico, con una donna al fianco”.

«Dottoressa, mi sposo», la prima bella notizia per Maddalena Mosconi. La psicologa ha seguito la coppia anche nel desiderio di un figlio, viaggi all’estero, vari tentativi falliti e finalmente l’ecografia. La figlia di Giulio e Chiara nascerà a giorni.

La stessa trafila che seguirà il vicesindaco di Viareggio, Chiara Romanini che a settembre sarà Giammarco. Marisa invece non ce l’ha fatta, è morta prima di riuscire a fare l’intervento per diventare quello che era sempre stata, una donna. Negli ultimi cinque anni le richieste di cambio di sesso al Saifip sono aumentate del 25 per cento. «E sono in aumento anche le richieste di consulenza per bambini e adolescenti», spiega la dottoressa Mosconi.

“Prima si comincia il percorso meglio è. «Nell’ultimo anno abbiamo seguito 20 under 18». Prima l’età media dei pazienti era di 30 anni circa, adesso si è molto abbassata. Si presentano anche padri o madri di famiglia, professionisti che non ne possono più di una vita bugiarda. «Seguiamo anche i figli – aggiunge la psicologa – li aiutiamo ad accettare il cambiamento. Non è semplice. Chi diventa donna tende a fare la madre ma una madre c’è già»”.

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Marco Benedetto