ROMA – Ronald Reagan, prima di diventare presidente degli Stati Uniti, avrebbe avuto amanti a bizzeffe, fra cui decine di dive di Hollywood come Marilyn Monroe, Lana Turner e Doris Day. A rivelarlo è una biografia, scritta da Darwin Porter, intitolata Love Triangle: Ronald Reagan, Jane Wyman & Nancy Davis , in uscita a San Valentino.
Racconta Luciano Gulli sul Giornale:
Dice dunque la storia di Porter che Reagan si portò a letto oltre 50 fra star e starlette di Hollywood. Tutte in fila, in attesa del proprio turno, dietro la porta di uno dei bungalow del «Garden of Allah hotel». Aspiranti veline, starlette di coscia un po’ grossa, showgirl semplicemente passabili, insieme con signorine di sicuro talento: tutte insieme, appassionatamente, in attesa del loro turno. Se sia stato tutto merito suo, di Reagan, non sappiamo. Sta di fatto che i boss della Warner Bros si fidavano del suo intuito. Ed era lui, in base a certi specialissimi «provini» che nel giro sono sempre stati un «must» a decidere chi avrebbe avuto una parte o una comparsata in un film. Molte di quelle ragazze hanno attraversato il firmamento di Hollywood con la velocità di una meteora. Altre, invece, nel firmamento hanno trovato una imperitura collocazione. Marilyn, su tutte, ma anche Doris Day, Joan Blondell, Lana Turner. Dicono che Reagan fosse spesso accompagnato nelle sue scorribande dall’amico Errol Flynn, che parlò di circa 12.000 «corpi bollenti» nelle notti di Ronald. Notti al calor bianco davvero, se è vero che sotto le lenzuola del «Giardino di Allah», in certe magiche notti, si agitavano anche quattro ragazze alla volta. Nel 1940, vai a sapere perché, Reagan sposò Jane Wyman. Durò solo 8 anni quel matrimonio. Fu nel ’48 infatti che Reagan andò a sbattere contro Marilyn. Lui la guardò, mandò su e giù un paio di volte ed esalò un: «Sensazionale». Lei lo guardò, maliarda, e fece partire una rasoiata erotica: «Quando mi conoscerai, scoprirai che lo sono anche di più», gli flautò a tre dita dal naso.
Anni di superlavoro, per il giovane Ron. Sul nastro trasportatore, il destino gli servì a un certo punto Doris Day. Potevano essere nozze in technicolor, ma Ronald le preferì la scialba Nancy Davis, che di notevole aveva solo la famiglia di provenienza: gente ricca e potente, che cominciò a lavorare ai fianchi quel ragazzone trasformandolo da amabile citrullo, buono per i western girati a El Paso in un politico di lungo corso, e da democratico, come era all’inizio, in repubblicano. Giusta la scelta, giusta la moglie, giusta la decisione di uscire dal mondo della celluloide. Giusta infine la carriera, da governatore a presidente, lungo una traiettoria che doveva proiettarlo nella «Hall of Fame» dei grandi presidenti degli Stati Uniti.
Del Ronald rubacuori, naturalmente, non vedremo nulla nel film, in fase di lavorazione, che si intitolerà semplicemente Reagan . Protagonista David Henrie, star della Disney. Niente sesso, zero Hollywood. Solo il grande nemico del Comunismo, l’amico della Lady di Ferro, la Thatcher, visto con gli occhi di un agente del Kgb.