ROMA – Il “maniaco in guanti bianchi”: è Bakhtiyor Matyakubov, un serial killer che in Russia e in Ucraina nell’arco di tre settimane ha ucciso sette donne e violentato i cadaveri e per questo è stato condannato a due ergastoli, ora nuovamente a processo per altri tre femminicidi commessi in Uzbekistan, dove è nato, e ha raccontato in che modo agghiacciante ha massacrato le donne.
Matyakubov era soprannominato il “maniaco in guanti bianchi” perché li indossava quando uccideva le donne; in prigione già due volte per furto, in tribunale ha sostenuto di essersi vendicato delle donne che lo hanno tradito.
Gli omicidi per i quali è stato condannato o è sospettato li ha commessi nell’arco di 13 settimane mentre si spostava nei tre Paesi. E’ stato accusato di aver ucciso due donne, in diversi momenti di una giornata, l’ultima vittima è stata Yulia Lebezhina, 26 anni, commessa in un sexy shop di Mosca, che accoltellato 20 volte e poi ha introdotto un sex toy nella vagina.
“Era il mio compleanno e volevo essere contento”, ha detto nel corso degli interrogatori, mentre in una falsa testimonianza aveva affermato: “Non ero mai stato in un posto simile. Una ragazza normale non lavora in un sexshop. Ho deciso di punire quella ragazza immorale. Poi, per molto tempo, mi sono pentito di averla uccisa. L’ho anche sognata, era una ragazza bellissima”.
Un tribunale russo, questa settimana, l’ha dichiarato colpevole di cinque omicidi, il primo dei quali, stando alle parole del serial killer, nel 2015 è avvenuto perché aveva scoperto che la sua amante a Mosca lo tradiva. “Ero estremamente arrabbiato, pronto a farla a pezzi. Lei è scappata”, salvo poi rintracciarla in una stazione ferroviaria dove l’aveva vista parlare con un uomo.
Se l’avesse aggredita sarebbe stato arrestato per cui decise di uccidere per vendetta una donna a caso. Ha vagato per Mosca fino a quando non ha incontrato Yulia Anpilova, 36 anni, un’agente immobiliare. “Era molto carina e sola” e le offrì un passaggio e lei rispose che era sposata con due bambini. “Sono impazzito, una donna sposata che di notte cammina per strada da sola! L’ho portata fuori dalla città, costretta a scendere dalla macchina e poi colpita diverse volte con un coltello. E’ caduta come una bambola. Mi sentivo meglio, una prostituta in meno a Mosca”.
Dopo l’omicidio ha preso un aereo per l’Uzbekistan dove il giorno successivo avrebbe ucciso una commessa di una farmacia a Tashkent; meno di una settimana dopo, l’8 gennaio, in momenti diversi ha ucciso una sarta e un’altra donna.
Il “maniaco in guanti bianchi” è accusato di aver stuprato i cadaveri delle vittime e una prima di violentarla l’avrebbe decapitata. Il 3 marzo si è diretto a Kiev, in Ucraina, dove in un parco ha assassinato Natalia Onipchenko, 47 anni, ha violentato il cadavere, rubato il cellulare; due giorni dopo ha ucciso Klavdiya Lepetyuha, 77 anni, con 20 coltellate.
“Matyakubov le ha strappato gli orecchini e rubato il telefono. In entrambi i casi, il maniaco le ha violentate dopo la morte e avevano due costole rotte”, ha detto Dmitry Tkachuk, capo della procura di Kiev. Era stato ripreso dalle telecamere a circuito chiuso e aveva telefonato con il cellulare rubato a Natalia Onipchenko, che in seguito avrebbero permesso alla polizia di rintracciarlo e catturarlo. Ma prima è tornato in Russia, dove il 17 marzo ha ucciso Elmira Gusenko, 44 anni.
“Volevo imparare a uccidere con una coltellata. Ho capito che deve essere un colpo forte e preciso nel cuore. Volevo esercitarmi e uscire di casa per uccidere una donna”, ha detto nell’interrogatorio.
A Izmailovo Park ha visto una donna che camminava con il suo cagnolino. “Indossava una fede e dunque era sposata, eppure camminava per la strada da sola. Ho rapidamente tirato fuori il coltello e l’ho colpita. Ma con una coltellata non ha funzionato per cui ho dovuto ripetere. Quando è uscito il sangue mi sono sentito meglio”.
Il 4 aprile, ha aggredito Natalia Yelkina, 34 anni, mamma single e commessa in una pasticceria, che camminava da sola. “Era bionda con gli occhi blu. Non le ho nemmeno parlato. Non ricordo quante volte l’ho accoltellata ma c’era molto sangue”.
Il giorno successivo ha ucciso Irina Chekanova, 53 anni, che lavorava in un negozio di forniture mediche. “Mi ha guardato nel modo sbagliato, per questo l’ho accoltellata sette volte. Non ho rubato niente e me ne sono andato”.
Il 9 aprile, ha brutalmente ucciso la prostituta Yulia Lebezhina. Una settimana dopo è tornato in Ucraina ed è stato individuato dalle telecamere a circuito chiuso. Arrestato, aveva programmato di uccidere un’altra donna, madre di due figli. “Se non mi aveste preso avrei commesso un altro omicidio e non mi sarei fermato”.
Tkachuk ha detto che l’assassino pur parlando apertamente degli omicidi si è rifiutato di ammettere lo “stupro di cavaderi” per il quale c’erano tuttavia evidenti prove forensi. Ora dalla Russia sarà estradato in Uzbekistan dove sarà processato e se condannato, potrebbe trattarsi di un terzo ergastolo.
Marina Efimenko, avvocato d’ufficio russo, ha dichiarato: “Il mio cliente ha ammesso immediatamente la sua colpevolezza. Nel tentativo di difenderlo, volevo trovare almeno alcuni testimoni che parlassero bene di lui. Ma il figlio, i fratelli e gli amici l’hanno definito molto crudele e aggressivo” aggiungendo che dal carcere, Matyakubov le spedisce dei biglietti d’auguri. (Fonte: Daily Mail)