”Quello evidenziato dalle ricerche è un vero e proprio circolo virtuoso – ha affermato durante la presentazione del congresso Emmanuele Jannini, coordinatore della commissione scientifica Siams – più sesso equivale a piu’ testosterone che a sua volta equivale e meno depressione e a una migliore performance cardiovascolare che si traduce in un miglior metabolismo”.
Uno degli studi, effettuato da Mario Maggi dell’università di Firenze ha esaminato un campione di 4 mila uomini fotografando come l’uomo vive il rapporto di coppia, le disfunzioni sessuali e il livello di testosterone. Uno dei risultati è che gli infedeli occasionali hanno un più basso rischio cardiovascolare, ma il vantaggio viene perso se l’amante è fissa: un rapporto parallelo aumenta infatti il livello di stress e i sensi di colpa, una situazione che aumenta i comportamenti a rischio come il fumo e l’alcool.
Tra gli uomini fedeli invece il ruolo protettivo del testosterone si ha solo se la coppia e’ affiatata fisicamente, mentre una vita sessuale insoddisfacente provoca una maggiore depressione e un aumento delle patologie cardiovascolari. Fra gli altri risultati della ricerca c’è che l’autoerotismo è una pratica abitudinaria degli uomini di mezza età, ed e’ presente nel 61% dei casi, e che l’interesse erotico femminile percepito dall’uomo è sufficiente ad abbassare il rischio cardiovascolare.