Tutto quello che avremmo voluto sapere sul sesso ma non osavamo chiedere? Tutto e di più, anche se il pudore con cui ci si accostava alla materia è davvero roba di un’altra epoca. Il sottotitolo dell’atlante, “Libertà, piaceri e divieti” allude all’intera casistica, al campionario completo di tutte le declinazioni dell’amore fisico nel terzo millennio. Stiamo esagerando. Però, questo contributo scientifico non è solo un altro modo per stabilire l’ennesima classifica dei migliori “cuccadores” (a proposito, in Europa siamo allo stesso livello di belgi, spagnoli e slovacchi, ma staccati anche dagli inglesi e dagli islandesi che chissà com’è gelidi non lo sono affatto).
L’atlante, per esempio, distingue 5 macro-aree rispetto alla maggiore o minore propensione ad accettare l’omosessualità: i paesi nordici sono i più tolleranti, seguono il resto d’Europa insieme a Russia, Giappone, Nordamerica e Australia, quindi Sudamerica e Sudafrica. Intollerante è la fascia che va dal nord Africa alla Cina passando per Medioriente e Cina, omofobi senza speranza nell’Africa sub-sahariana. Tornando all’intensità delle pratiche sessuali, stupisce come i campioni greci facciano sesso il triplo delle volte dei giapponesi.
Per concludere, in quale fascia di età si è più attivi sessualmente? I “pischelli” si rassegnino: tra i 35 e i 44 anni si hanno molte più occasioni e infatti nessuno fuori da quella fascia fa l’amore 112 volte l’anno. Ma gli italiani sembrano preferire rapporti stabili alla classica “botta e via”: solo il 28% di loro ammette avventure di una notte. Quante volte, diceva il parroco al confessionale: ma dove, non è forse più interessante? Escluso il tradizionale talamo, il sesso è nei trasporti. Il 50% dice di aver fatto l’amore in macchina (il 7 nei mezzi pubblici e il 2 in aereo), in spazi privati (39% nelle toilette, il 36 nella camera da letto dei genitori, il 27 a una serata, il 12 in un club ad hoc), in spazi pubblici (31% in un parco, il 28 sulla spiaggia, il 22 in giardino, il 14 per strada) e gli spazi professionali (15% lo fa al lavoro, il 10 a scuola).