Sochi, video in topless della sciatrice Jackie Chamoun: bufera in Libano

BEIRUT  – Le foto in topless per un calendario, le reazioni sui social network, di sostegno o di critica, un ministro che interviene per ordinare un’inchiesta su di lei: è una vera bufera quella che si è abbattuta nelle ultime ore su Jackie Chamoun, ventiduenne slalomista libanese impegnata ai Giochi di Sochi.

Su YouTube  è apparso un video (poi rimosso) che mostra l’atleta durante un servizio fotografico realizzato sulle nevi di Faraya, la più conosciuta località sciistica del Paese medio orientale. Nelle immagini si vede la sciatrice con indosso solo le mutandine che si arrampica su una parete con uno zaino in spalla e poi mentre tiene in mano gli sci.

“Per me è  più facile sciare che fare queste foto, perché non sono abituata a posare senza vestiti”, dice Jackie a uno dei fotografi. Le immagini sono state riprese su Facebook e Twitter, provocando una valanga di commenti, alcuni scandalizzati, altri favorevoli alla sciatrice. “Sì – ha ammesso lei sulla sua pagina Facebook – ho fatto fotografie tre anni fa per un calendario austriaco insieme ad altre tre atlete. Ma gli scatti non erano come le immagini mostrate in questo video, che è stato girato durante la preparazione del set e che non doveva essere reso pubblico. Comunque, voglio scusarmi con tutti voi, lo so che il Libano è un Paese conservatore e queste immagini non riflettono la nostra cultura. Capisco perfettamente le vostre critiche”.

Ma le scuse di Jackie potrebbero non bastare. Il ministro dello Sport di Beirut, Faysal Karami, ha chiesto al capo del Comitato olimpico libanese, Jean Hammam, di fare un’inchiesta su quanto accaduto. Il fine, sottolinea l’agenzia libanese Nna, è  quello di “difendere la reputazione del Libano alle Olimpiadi”.

Il Libano, dove circa il 30 per cento della popolazione è  cristiana e il resto musulmana, può apparire come il Paese arabo dai costumi meno severi, sia per la libertà delle donne nel vestire sia per il consumo di alcol. Ma in fatto di sesso la società rimane decisamente conservatrice, indipendentemente dall’appartenenza religiosa dei cittadini.

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Alessandro Avico