Forse, anzi di certo non il 98%, ma una maggioranza di un “campione” vero risponderebbe come voi. Lo attesta appunto quel 98% che può essere, anzi certamente è, gonfiato dalle circostanze e modalità di un sondaggio via web. Gonfiato, esasperato, ma non puro figlio del caso. E che quel 98% sia consapevole di ciò che suppone, che non sia solo il frutto dello “spregio” general-generico verso il ceto politico lo attesta la seconda risposta alla seconda domanda: in quale gruppo parlamentare siede chi si è prostituito, chi ha premiato la prostituzione con un seggio, chi è stato “l’utilizzatore finale”? Il 93 per cento del 98 per cento, cioè circa l’ottanta per cento dei duemila che hanno risposto dice: Pdl. Gli altri partiti si dividono un magro sette per cento dei sospetti.
Tutti antiberlusconiani, accecati dall’avversione al premier. Può essere e in parte certamente è. Ma è lecito, più che lecito supporre che ad ottanta per cento si arriva sommando la quota massiccia di antiberlusconismo con la quota di chi Pdl vota o guarda con simpatia anche se, nella sua immaginazione e opinione, il Pdl qualche seggio l’avesse destinato a chi “l’ha data”. I due sentimenti, le due sensazioni possono convivere: la vicinanza elettorale al Pdl e il sospetto, in alcuni casi la serena accettazione, che questo nel Pdl sia avvenuto o possa avvenire. Questo dice quella percentuale: ottanta per cento. E anche questo contribuisce non poco al grande choc che viene dal piccolo e imperfetto sondaggio.
Populismo, qualunquismo, pregiudizio, ostilità preconcetta? Sì, certo. Ma pur sempre “voce di popolo”. Che, se è “sacra” quando viene invocata come unico metro legittimo per stabilire ciò che è giusto e vero, non si vede perché stavolta dovrebbe essere solo rozzo dialetto di plebe. Non sempre quel che pensa la “gente” è giusto e vero, ma chi di “gente” ferisce… Appuntamento al prossimo sondaggio, giovedì prossimo.
