TORINO – Sessantacinque metri di cemento che si affacciano su corso Vittorio Emanuele, il vialone che dal Po porta verso la periferia. Entro fine anno sarà pronto a Torino il nuovo megapalazzo poco più basso della Mole Antonelliana, che aspira a diventare un nuovo simbolo urbano. Si tratta della nuova sede del gruppo Intesa Sanpaolo ed è stato progettato da Renzo Piano.
La Stampa di oggi 8 febbraio pubblica un articolo a firma di Guido Tiberga che racconta a che punto sono i lavori di quello che sarà il nuovo palazzo -grattacielo.
Per i torinesi, la grande torre grigia è già “il grattacielo del San Paolo”. Spiega Tiberga: “La chiamano così e la guardano con sospetto, perché la costruzione è tozza, diciamo pure brutta. Sbagliano. In buona fede, ma sbagliano: perché quello che si vede oggi non è ‘il grattacielo’, ma soltanto il suo vano ascensori. È difficile immaginarlo da soli, perché fare i calcoli in altezza è complicato, ma tra quello che c’è e quello che sarà davvero il tetto mancano un centinaio di metri e una trentina di piani. Il mistero Il cantiere di un grattacielo del 2012 non è troppo differente da quello che doveva essere la ‘fabbrica’ di una cattedrale medievale’.
“Dentro si lavora, fuori non si sa nulla, o quasi. Di diverso ci sono soltanto i tempi, che corrono veloci: poco più di due anni fa qui c’era solo uno spiazzo sporco. ‘Siamo arrivati il 7 gennaio del 2009 – racconta Vincenzo Turini, l’ingegnere che fa parte della squadra scelta dal Gruppo Intesa Sanpaolo per controllare i lavori – era mercoledì, e nevicava. Abbiamo cominciato pulendo il terreno, qui prima c’era il cantiere del passante ferroviario, e prima ancora una stazione di pullman e il mattatoio cittadino’. Nell’agosto del 2013 ci sarà una città verticale di 166 metri, uno in meno della Mole Antonelliana. Ma la Mole è un edificio a punta, solo l’Uomo Ragno potrebbe arrivare fino in cima: ‘Noi invece avremo una terrazza – sorride un ingegnere della Jacobs, l’impresa che conduce i lavori – con una caffetteria e un ristorante. Il nostro sarà il più alto belvedere della città…'”.
“La tecnica Per un anno e mezzo tecnici e operai hanno lavorato sul progetto di Renzo Piano senza che all’esterno nessuno vedesse nulla. Hanno triturato il suolo con quella che chiamano ‘idrofresa’, un mostro che mangia la terra e la risputa fuori come fango pregiato. Hanno inserito nel terreno armature di metallo alte quaranta metri, scavato in basso per quattro piani, costruito colonne provvisorie (‘E allora sembrava davvero di stare in una cattedrale sotterranea’), montato gigantesche solette. Hanno creato sottoterra un enorme cubo di calcestruzzo: ‘Ci sono volute 87 ore consecutive di gettata – spiega Turini – e 1.280 betoniere, ma ce l’abbiamo fatta. È il secondo monolite del mondo, di più grande ce n’è soltanto uno negli Emirati'”.
Sempre su La Stampa dell’8 febbraio, Renato Rizzo intervista l’architetto Renzo Piano che spiega il motivo per cui la sua creatura sarà destinata a suo modo di vedere a diventare un oggetto che la gente adotterà ed amerà.
Spiega Piano: “L’idea-guida del progetto è realizzare una costruzione che abbia una valenza di pubblica utilità. Per questo un terzo della torre è aperto a tutti: oltre agli uffici ci saranno infatti un auditorium multifunzionale, una scuola di formazione, una sala espositiva, un ristorante, una terrazza panoramica da quale chiudere Torino in un abbraccio che va dalle Alpi, al Po alla collina. Dico “abbraccio” non a caso perché si tratta di un’evidente manifestazione affettiva”.
A proposito del fatto che il palazzo è stato realizzato a Torino, Renzo Piano spiega: “E’ terra del fare per eccellenza: della scienza e della tecnica. Non può che apprezzare un oggetto appartenente a una nuova generazione di edifici che si sforzano di spostare in avanti certe frontiere anche attraverso l’impiego delle più moderne tecnologie. Come quelle per il risparmio energetico: la torre avrà una doppia pelle che ‘respira’ grazie a sofisticate lamelle, solai che, immagazzinando il fresco delle notti estive, lo restituiscono di giorno e fanno posticipare di ore l’utilizzo dei condizionatori”.
Ecco come sarà il grattacielo nei disegni realizzati al computer: