Ulrik Andersen, finto santone danese arrestato: “Sesso con me e vi guarirò”

Ulrik Andersen

MILANO – Chiedeva sesso, anche 3 volte a settimana, come “terapia” contro malattie di ogni genere. Sesso non protetto, perchè “così trasmetto l’amore di Dio”, diceva il finto santone danese. Rapporto anche violenti, soldi. E’ stato arrestato a Milano Ulrik Andersen, finto santone danese, un operaio che secondo la denuncia di 3 donne ha per mesi circuito donne in difficoltà spingendole a fare sesso con lui e consegnargli domme di denaro.

L’uomo diceva alle sue vittime, tutte donne con problemi anche di natura psichiatrica, che dovevano avere rapporti sessuali con lui se volevano guarire. Ulrik diceva di parlare ed agire a nome di santi e personalità della Chiesa, Padre Pio o papa Wojtila, e puntava anche all’eredità delle vittime.

Dovrà rispondere di violenza sessuale (per rapporti sessuali con una persona in condizioni di inferiorità psichica), lesioni e circonvenzione d’incapace ai danni di una donna. Le indagini degli inquirenti, però, hanno accertato che anche altre donne, sempre con problemi personali o anche di natura psichica, almeno altre quattro, sarebbero cadute nella rete del finto santone.

Un paio di loro sono indagate a piede libero perché potrebbero avere avuto il doppio ruolo di vittime e carnefici, ossia potrebbero aver invitato altre donne, tramite passaparola, ad avere rapporti sessuali con l’uomo rendendosi dunque complici.

L’arrestato, sempre secondo le indagini, nelle sue farneticazioni avrebbe anche detto a volte di agire per conto di ”San Francesco, Padre Pio, Gesù e Papa Wojtyla” e avrebbe ottenuto dalle donne anche soldi, qualche migliaio di euro: in un caso ne avrebbe chiesti 4mila e in un altro addirittura avrebbe richiesto un lascito testamentario. Le indagini sono nate dalla denuncia della sorella di una vittima (quella per cui l’uomo è stato arrestato) che avrebbe anche fatto da ‘agente-provocatore’, ossia sarebbe andata dal finto santone fingendosi attratta dai suoi metodi e poi sarebbe andata a raccontare tutto agli inquirenti. Le violenze, da quanto si è saputo, avvenivano a casa di una delle vittime-complici. Agli atti dell’inchiesta intercettazioni, esiti di pedinamenti e testimonianze a verbale.

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Elisa D'Alto