VENEZIA – George Clooney e il suo nuovo film da regista, ‘Le idi di marzo’, hanno ricevuto stamani gli applausi della stampa del Festival di Venezia. “Non è un film politico – afferma l’attore/regista durante l’incontro con la stampa – è un film sulla moralità, se sei disposto a vendere l’anima per raggiungere un risultato. Certo l’ambiente politico aumenta i rischi”. Clooney interpreta il governatore democratico Mike Morris candidato alle primarie per la presidenza del Partito Democratico. A gestire il reparto comunicazione ci sono il giovane rampante Stephen Meyers (Ryan Gosling) e il veterano Paul Zara (Philip Seymour Hoffman).
Figura anche Molly (Evan Rachel Wood), una stagista ventenne. La battaglia in Ohio contro Pullman sembra quasi certa, ma la nuova strategia dell’avversario, gestita da Tom Duffy (Paul Giamatti), mette in crisi Morris: il senatore Thompson e i suoi adepti hanno deciso di sostenere Pullman. I giochi si fanno sempre più intriganti e la trama shakespeariana procede attraverso ribaltamenti di fronte e i giochi di poteri, mediatico e politico, si passano il testimone.
I ricatti, le vendette e le promesse di poltrone diventano gli ingredienti principali per vincere la partita. Meyers viene fatto fuori dalla squadra per aver incontrato di nascosto Duffy, nel frattempo, frequentando Molly, viene a sapere che la stagista aspetta un bambino da Meyers. “Si tratta di un film personale, come ‘Good Night and Good Luck’, che avevamo in mente dal 2007, ma poi Obama ha vinto le elezioni e non ci sembrava il momento giusto per proporlo – racconta Clooney – un anno dopo l’abbiamo ripreso in mano e ci siamo rifatti al testo teatrale di Beau Willmon, ‘Farragut North’, ambientato durante le primarie. Ci sembrava l’ambientazione giusta per un film sul cinismo, i compromessi e la moralita’”.
A proposito di cinismo. “La temperatura nel nostro e in altri paesi fa sì che è molto difficile governare, c’è molto cinismo, che sta prendendo il sopravvento sull’idealismo, ma sono ottimista”. ‘Le idi di marzo’ (nelle sale da gennaio)è un film prettamente americano, ma per George Clooney è “internazionale, tutti i paesi si devono misurare con qualche scandalo sessuale”. Poi parla, sempre con la sua vena ironica, del fantastico cast. “Avevo delle foto compromettenti così li ho obbligati a partecipare al film – scherza – No, siamo stati fortunatissimi, è facile fare il regista con un parterre del genere”. Infine Clooney parla dei suoi compromessi: “Ogni giorno devi scendere a patti con dei compromessi, ma non influenzano la vita della gente, a differenza di quelli dei politici”.
Il photocall dei protagonisti di “Le idi di marzo” (foto LaPresse):












