Un’indagine condotta nella rurale regione di Eastern Cape ha rivelato che le bambine di età inferiore ai 12 anni, nel popolo Xhosa, spesso sono costrette a nozze premature.
Spesso le violenze avvengono con la accondiscendenza della famiglia delle stesse bambine: in cambio i genitori chiedono del denaro e “offrono” i loro figli.
Timothy, un uomo intervistato dalla Cnn, ha detto che semplicemente non aveva consapevolezza di quello che stava facendo: “Ci scusiamo per questo, come non sapevamo che stavamo violando la legge”.
Nombasa Gxuluwe, che lavora in una campagna mondiale di sensibilizzazione contro l’Aids, è nata e cresciuta in quella zona e si dedica a questo tema: vuole che finisca questa prassi di compravendita di “spose bambine”.
La donna ha detto alla Cnn: “C”è un mito da queste parti, che se un sieropositivo va a letto con una giovane ragazza che è vergine, allora l’Hiv può essere curata”.
Ma ha aggiunto che gli uomini, che spesso erano vedovi proprio a causa dell’ Hiv, finivano semplicemente per infettare le proprie nuove spose.
Nel documentario, realizzato da World Aids Campaign, una ragazza del villaggio di Lusikisiki racconta la sua storia: “La signora della porta accanto mi ha chiamato e mi ha chiesto se volevo sposarmi. Ho detto di no. Ha detto che se avessi rifiutato mi avrebbe portato con la forza e mi avrebbe picchiato”.
“La notte seguente la signora venne a casa mia e mi portò al fiume. C’erano sette persone in attesa. Mi hanno fatto andare con loro alla casa dove viveva un uomo. Non potevo credere che stesse accadendo a me. Che mi sposavo.
“C’era questo vecchio uomo nella stanza e mi ha detto, ho pagato il bestiame per voi e che vi piaccia o no tu sei mia moglie. Mi prese in braccio, mi mise sul letto e mi spogliò. Poi si spogliò e cercò di mettersi su di me”.
“Io l’ho respinto, ma lui mi ha spinto verso il basso e mi ha costretta a tenere le gambe aperte. In quel momento lui è entrato dentro di me”.