Tajani diventa allora il candidato possibile del Pdl nel Lazio. Un candidato targato Forza Italia, al posto di Renata Polverini, segretaria dell’Ugl, candidata proveniente dall’area di An. In questo caso la componente di Forza Italia all’interno del Pdl “rinuncia” alla discussa candidatura di Cosentino in Campania. Al posto di Cosentino viene candidato in quella Regione un esponente Pdl targato An. Così Fini dovrebbe appunto rinunciare a una candidatura forte e di prestigio nel Lazio ma verrebbe “risarcito” dalla sparizione della candidatura Cosentino che crea non pochi imbarazzi dal momento che potrebbe essere presto inquisito per rapporti con il clan dei casalesi.
D’Alema c’entra perchè, se va in Europa, è il suo movimento che “sposta” Tajani. Ma nulla c’entra con gli accordi e le opportunità interne al Pdl. Pdl che deve ancora risolvere l’altra sua partita, quella con la Lega. Allo stato Bossi vuole un leghista candidato governatore in Veneto e in Piemonte e una vice presidenza in Lombardia, regione in cui si ricandida Formigoni. Berlusconi non ha mai detto no, La Russa ha pronunciato molti forse, a Fini sembra che Bossi abbia chiesto troppo. Come andrà a finire dipende anche e soprattutto da qualcosa che con le elezioni regionali c’entra nulla: cosa Berlusconi otterrà da Fini e Bossi sulle leggi che vuole sulla giustizia e, quindi, cosa Berlusconi riterrà opportuno dare in cambio della “soluzione finale” dei suoi processi.