Crisi Grecia: lunedì 6 giugno consiglio dei Ministri cruciale per premier

ATENE, 6 GIU – Un'altra giornata difficile e cruciale quella di oggi per Giorgio Papandreou, il premier socialista greco. Questo pomeriggio infatti, in una riunione del Consiglio dei ministri informale ma decisiva, convocata sotto la forte pressione dei migliaia di greci ''indignati'' che ieri sera hanno riempito molte piazze del Paese, dovra' affrontare i suoi ministri e convincerli a votare a favore del Programma Economico a medio termine varato di comune accordo con la ''troika'' (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea).

Non sara' un'impresa facile dal momento che alcuni di loro hanno espresso piu' volte posizioni diverse riguardo le nuove misure di austerita' previste dal programma. Tutti pero' si troveranno di fronte al dilemma che porra' il premier: ''O votate tutti compatti o si va ad elezioni anticipate e al fallimento del Paese''. Percio' nella giornata politica di oggi, secondo gli analisti greci, sono aperte tutte le eventualita', anche quella di elezioni anticipate.

Per domani e' convocata una riunione del gruppo parlamentare del partito che assume particolare importanza soprattutto dopo la lettera dei 16 deputati del Pasok che, fra l'altro, chiedevano il bilancio di un anno dal giorno della firma del Memorandum e spiegazioni sul perche' le misure prese finora non abbiano raggiunto l'obiettivo desiderato. D'altra parte occorre ricordare che finora nessun parlamentare del partito al governo ha detto che non votera' il Programma a medio termine. Tutti dichiarano che vogliono che il governo rispetti le procedure istituzionali e che bisogna informare i parlamentari e gli organi del partito.

Papandreou, se riuscira' a superare gli scogli di questi giorni, secondo i giornali dedichera' il tempo che gli rimane fino al giorno della votazione in Parlamento del nuovo Programma economico ad informare l'opinione pubblica sul contenuto del suo programma e sulla questione delle privatizzazioni su cui incontra molte resistenze da una parte del suo partito.

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Emiliano Condò