Elezioni Bosnia, il premier Dodik avverte: “Nessun dialogo con croati e musulmani”

Non ci sarà dialogo tra il premier serbo Milorad Dodik e le altre forze politiche del Paese: il premier uscente della Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di Bosnia), Dodik, che al voto di domenica ancora una volta ha largamente vinto le presidenziali e le legislative nella Rs, ha oggi gelato le speranze di maggiore dialogo tra le forze politiche in Bosnia, suscitate dalla vittoria, nella Federazione Bh (entità a maggioranza croato-musulmana), del Partito socialdemocratico, la maggiore formazione multietnica in Bosnia, nonché del candidato dell’Sda (Partito d’azione democratica), il moderato Bakir Izetbegovic, a membro musulmano della presidenza tripartita.

L’uomo forte della Rs, in un’intervista al quotidiano serbo Danas, ha ribadito che d’ora in poi si opporrà con più forza a un qualsiasi rafforzamento delle istituzioni centrali della Bosnia, richiesto dalla comunità internazionale, minacciando la secessione della Rs dalla Bosnia che, secondo lui, ”può esistere solo ed esclusivamente come unione di repubbliche, o non esisterà affatto”.

Respingendo ”la mano tesa” offerta da Izetbegovic la notte del voto per abbandonare la politica dello scontro, Dodik ha sfidato ancora una volta anche la comunità internazionale con i rappresentanti della quale, ha detto, ”non ho niente da discutere”.

Questa la sua risposta ai numerosi appelli dei Paesi dell’Ue e degli Usa per una rapida formazione del governo in modo da affrontare il prima possibile le riforme, tra cui quella costituzionale, necessarie per l’avvicinamento della Bosnia all’Ue.

Le alleanze del dopo voto si prospettano comunque faticose poiché nessun partito può costituire una maggioranza nel parlamento centrale, costituito da 28 deputati eletti nel territorio della Federazione e 14 nella Rs, la maggior parte dei quali saranno membri del partito di Dodik, il quale ha anche annunciato che non si alleerà mai con l’Sdp.

Secondo la stampa, Dodik avrebbe però già stretto un’alleanza con il principale partito dei croati di Bosnia, l’Hdz (Comunità democratica croata) di Dragan Covic, che nelle aree della Federazione in cui questa etnia è la maggioranza della popolazione, è il primo partito uscito dalle elezioni. I nazionalisti croati sono incoraggiati da Dodik a chiedere una ulteriore divisione del Paese creando una terza entità croata.

Stando agli analisti, la struttura istituzionale della Bosnia creata con l’accordo di pace di Dayton quindici anni fa, oltre a non permettere un efficiente funzionamento dello Stato, è all’origine delle sempre maggiori distanze etniche nel Paese, e anche per questo motivo sembra che la comunita’ internazionale, in particolare gli Stati Uniti, stiano rinnovando l’impegno per un riforma costituzionale. Il segno di questo rinnovato impegno, secondo gli analisti, è la visita del Segretario di stato americano Hillary Clinton, attesa a Sarajevo la prossima settimana.

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Alberto Francavilla