I conservatori vincono le elezioni in Gran Bretagna. Ma il Regno Unito viene condannato ad un futuro di instabilità politica: il parlamento sarà un “hung parliament” un parlamento “impiccato” in cui nessuna formazione politica ha la maggioranza assoluta.
Secondo i dati definitivi, infatti, i Tory hanno ottenuto 306 seggi, i Labour 258 e i Lib-dem appena 57 seggi. Per avere la maggioranza assoluta si sarebbero dovuti conquistare 326 seggi. Si apre, quindi, il rebus su chi formerà il governo e quali partiti si coalizzeranno.
Cameron ha già lanciato un appello ai Lib-dem per un governo di coalizione. Ma anche Gordon Brown ha lanciato ieri un appello ai liberaldemocratici.
Per la Costituzione britannica, inoltre, in una situazione di incertezza come questa è il premier uscente (Gordon Brown) ad avere la possibilità, per primo, di tentare la costituzione di un nuovo governo.
Intanto i bookies danno per favorito verso Downin Strett 10 proprio il vincitore David Cameron. Secondo gli allibratori britannici è lui ad avere le probabilità più alte di diventare primo ministro entro il mese prossimo.
Cameron fa un appello a Clegg. David Cameron ha parlato nel pomeriggio al Paese in una conferenza stampa e fa un appello al partito di Nick Clegg: “Voglio fare un’offerta complessiva ai Liberaldemocratici, per affrontare insieme i problemi del Paese”.
Il leader lib-dem Clegg aveva detto poco prima che doveva provare a formare un governo “il partito che aveva avuto più voti e seggi”, e aveva chiesto ai Tory di verificare se fossero in grado di governare nell’interesse nazionale.
Cameron ha riconosciuto che tra i Tory e il partito di Nick Clegg ci sono differenze di programma, come sul rapporto con l’Ue e sull’immigrazione, ma anche aree su cui si può trovare un’intesa, come istruzione e lotta ai cambiamenti climatici limitando le emissioni di Co2. “Non solo è importante avere un governo forte e stabile – ha detto – ma anche averlo in fretta. Il partito conservatore ha sempre messo l’interesse nazionale davanti a tutto”.
Il leader conservatore, parlando al Paese, si è detto entusiasta del risultato raggiunto: ”Il partito Conservatore – ha analizzato – ha vinto più seggi in queste elezioni che da 80 anni a questa parte, persino più di quanti ne ha guadagnati Margaret Thatcher nel 1979. Sono molto orgoglioso per la campagna elettorale che abbiamo svolto: una campagna basata sulla speranza e non sulla paura. I Conservatori hanno ottenuto oltre 2 milioni di voti in più de partito laburista”.
Prospettive future. Finora non si sa nemmeno chi sarà il nuovo primo ministro. In una situazione di stallo come questa Gordon Brown, infatti, in qualità di premier uscente, avrà per prassi il diritto di rimanere in carica per tentare di individuare una nuova maggioranza.
Gordon Brown potrebbe comunque dimettersi da leader dei Labour e sembra ci siano pochi dubbi sul possibile successore: molti analisti sarebbero pronti a scommettere su David Miliband. Quarantaquattro anni, ministro degli Esteri dal 2007, Miliband gode dell’appoggio di diversi parlamentari e attivisti laburisti.
Secondo le ultime indiscrezioni, John Cruddas, esponente dell’ala più a sinistra del partito con buoni legami con i sindacati, sarebbe pronto ad appoggiarlo nella lotta per la leadership.
Ad eleggere il nuovo leader nel caso delle dimissioni di Brown sarebbero tutti i membri di partito, i parlamentari, gli europarlamentari e i sindacalisti laburisti, e l’appoggio di Cruddas – che ha conosciuto Miliband lavorando con lui durante la prima amministrazione Blair – potrebbe dunque risultare cruciale per il giovane aspirante leader.