Elezioni in Gran Bretagna: in coda ai seggi tra speranze e timori

I tre contententi: Brown, Clegg e Cameron

Le urne sono aperte da stamane in Gran Bretagna e secondo le prime osservazioni, almeno per il momento, pare che l’affluenza sia molto alta. Questa mattina, prima che aprissero uffici, negozi e scuole e quando l’aria era ancora gelida ed il cielo grigio, in centinaia erano in coda di fronte ad uno dei seggi nel nord di Londra, a Islington South, un collegio che i liberaldemocratici sperano di strappare ai laburisti.

A spingere molte persone a votare – in un Paese dove l’affluenza è di solito piuttosto bassa, intorno al 65% – sarebbe stata proprio questa campagna elettorale, diversa da tutte le altre per via dell’entrata in gioco dei liberaldemocratici a fianco di laburisti e conservatori, come anche per il fatto che, per la prima volta, i tre leader dei principali partiti si sono scontati in Tv.

“Sono molto emozionato, è stata una campagna molto stancante, ma mai noiosa. Quali saranno i risultati non è chiaro, ma è probabile che vi sarà un governo di minoranza, più che di coalizione. E tra un paio d’anni nuove elezioni”, ha detto all’Ansa dinanzi al seggio Jeremy Corbyn, parlamentare laburista per Islington South, uno dei collegi che rischiano di cadere nelle mani dei liberaldemocratici.

Tina, una nonna con nipotino al seguito, confessa che in televisione “le è piaciuto molto Nick Clegg”, ma che oggi voterà laburista “per tenere lontani i conservatori”. Il ‘voto tattico’ in un collegio in bilico come quello di Islington sembra confondere invece Katie, una giovane donna arrivata al seggio in bicicletta prima di andare al lavoro. “Voglio votare per David Cameron, ma questo è un seggio conteso tra laburisti e lib-dem. Certamente voglio che Gordon Brown se ne vada. Ma per chi mi conviene votare non l’ho ancora deciso”, dice ridendo.

Chi sarà al potere domani è ancora tutto da vedere, ma una cosa però è certa: la crisi economica e i vari scandali che hanno travolto il governo di recente, in particolare quello dei rimborsi spese ai parlamentari, hanno lasciato molta gente con l’amaro in bocca e una brutta predisposizione verso la politica. Questo sembrava essere l’umore prevalente almeno in due dei seggi della circoscrizione di Battersea, nel sud di Londra, un collegio che i conservatori potrebbero strappare ai laburisti.

Ted, un muratore sulla cinquantina, incarna lo stereotipo di chi in queste elezioni si è rassegnato ad un voto di protesta. “Non credo che questa campagna sia stata più interessante di altre, i tre partiti principali continuavano a dire le stesse cose”, dice, e aggiunge: “Sì, il dibattito Tv ha reso le cose più interessanti. Credo che la politica si giocherà sempre più sui media. Ma io preferisco la politica vecchio stile, quella in cui ti venivano a bussare alla porta per discutere. E sono stufo dei partiti principali. Lo scandalo dei rimborsi spese ha dimostrato che sono tutti uguali”. E per chi voterà, allora? “Sono contro troppa immigrazione e troppo potere nelle mani dell’Europa”, dice, senza voler essere più esplicito.

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