LUBIANA – La Slovenia svolta a sinistra e sceglie il partito di Miro Cerar (SMC), il giurista che in poco meno di un mese è salito alla ribalta della politica slovena.
Il partito del docente universitario ha raccolto il 37% dei consensi (38 deputati su 90), il risultato migliore conseguito da qualsiasi partito nella storia parlamentare della Slovenia.
Il partito, fondato pochi mesi fa con un programma anti-corruzione, ha probabilmente fatto il pieno dei voti di sinistra, rimasti vaganti dopo la scissione interna a Slovenia positiva, partito principale del governo uscente e rimasto clamorosamente fuori dal parlamento.
SMC non ha voluto finora dichiararsi né come partito di sinistra, né di destra: dai punti programmatici, tra cui spunta soprattutto un ripensamento sulle politiche di privatizzazione delle quote statali, è possibile però classificarlo più di centro-sinistra.
Un buon successo è stato riscosso anche dal partito dei pensionati Desus, con a capo il ministro degli Esteri uscente, Karl Erjavec, dato al 9,7% (10 deputati). La grande sorpresa è anche la Sinistra unita, partito vicino alle posizioni di Alexis Tsipras, che ha raccolto il 7,1% (7 deputati). Sinistra unita è il primo partito con posizioni di sinistra radicale dichiarate a superare l’asticella del quorum, da quando il successore del Partito comunista sloveno si è riformato, spostandosi su posizioni più moderate a metà degli anni novanta.
Siederanno infine nel parlamento i deputati dei Socialdemocratici (5,8% e 5 deputati) e l’Alleanza per Alenka Bratusek (ZaAB), col 4,7% e 4 deputati. Il governo che si andrà a formare sarà con ogni probabilità di centro-sinistra. Il candidato premier in pectore ha già dichiarato di non voler cercare alleanze a destra col Partito democratico sloveno SDS (19,2% e 19 deputati), mentre una coalizione con Nova Slovenija (5,4% e 5 deputati) sembra improbabile.
Il programma economico dei due partiti è molto diverso, a partire dalle posizioni sulla privatizzazione delle quote statali (tra i snodi principali della politica economica slovena e monitorata attentamente da Bruxelles).
SDS, il cui leader Janez Jansa sta scontando una pena di reclusione a due anni, ha subito una contrazione molto importante rispetto alle elezioni precedenti (circa l’8% in meno), mentre il Partito popolare sloveno non è riuscito a raggiungere la soglia del 4%. Tirando le somme, si può concludere che la Slovenia abbia svoltato decisamente a sinistra: i due partiti di centro-destra (SDS e Nova Slovenija) hanno avuto secondo gli exit poll un consenso pari appena al 25%. Il centro-sinistra invece (includendo Miro Cerar) avrebbe raggiunto addirittura il 75% dei consensi.