Elezioni in Irlanda: batosta per Fail, governo a centrodestra e Labour

DUBLINO – L’era Fianna Fail e’ finita. L’Irlanda in bancarotta ha seppellito il partito che per 60 degli ultimi 80 anni – piu’ di recente dal 1997 a oggi – aveva governato il paese e ha consegnato le chiavi del governo al centrodestra del Fine Gael. Ma il Gael non e’ riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta nel nuovo Parlamento rendendo inevitabile un’alleanza con il Labour che guarda a sinistra.

Stando agli exit poll della rete televisiva pubblica Rte diffusi mentre cominciava la conta manuale del voto, per il partito del governo uscente e’ stata una delle peggiori batoste elettorali della storia irlandese: con il 15,1% il Fail del premier Brian Cowen e’ diventata la quarta forza politica in graduatoria davanti al 10% del Sinn Fein e il 2,7% dei verdi ma dietro il 36% del Gael, l’oltre 20% del Labour e la galassia degli indipendenti (15,5% da ‘spalmare’ su 233 candidati). E’ stato un verdetto chiaro sugli ‘anni della Tigre’.

L’Irlanda e’ andata a votare con la rabbia nel cuore ma un mandato chiaro conferito a chi vince, la riapertura del negoziato con l’Fmi e soprattutto con la Ue per rivedere il tasso di interesse del 5,83% del piano di bailout: e’ piu’ alto di quello concesso in circostanze simili alla Grecia e per gli irlandesi rischia di diventare troppo oneroso da sopportare. Ieri, mentre a tarda sera chiudevano i seggi, una Bmw appartenuta a un banchiere in bancarotta e’ stata stritolata pubblicamente in un centro di riciclaggio di Dublino: gogna moderna e simbolo della fine di un’epoca.

Andando a votare a frotte (affluenza in molti collegi oltre il 70 per cento) gli irlandesi hanno snobbato l’europeista Micheal Martin che aveva ereditato la guida del partito di Cowen e consegnato il timone del paese al sessantenne Enda Kenny, ex maestro di scuola ma figlio di parlamentare e il deputato di piu’ lungo servizio della Dail: e’ stato eletto per la prima volta nel 1975, ex ministro del turismo e commercio, ha scalato il Kilimanjaro. Sara’ Kenny il nuovo premier che a fine maggio incontrera’ il presidente Barack Obama se andra’ in porto una visita di cui oggi in Irlanda si e’ cominciato a parlare. Kenny che, in coppia con Eamon Gilmore, l’ex sindacalista leader del Labour, dovra’ bussare a Bruxelles per rinegoziare il bailout.

”Il Fail ci ha fatto ingoiare un Trattato di Versailles, non un piano Marshall”, aveva commentato alla vigilia del voto Tom McDonnell, analista politico del Tasc, un gruppo che analizza le implicazioni sociali delle politiche economiche, secondo cui Dublino, per avere quello che vuole, potrebbe semplicemente minacciare di smettere di pagare. Sarebbe una mossa estrema che potrebbe aavere ripercussioni disastrose oltre l’Irlanda, ma che molti analisti irlandesi ritengono dettata da pragmatismo: ”L’unica differenza tra noi e le banche tedesche e’ che le banche tedesche non conoscono ancora l’orrore di quel che potrebbe loro accadere”, ha detto McDonnell: ”Bisogna che gli europei siano pratici: e se concludono che l’Irlanda e’ destinata a diventare insolvente l’unica via e’ di rinegoziare”.

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luiss_vcontursi