PARIGI – Mukhtar Ablyazov aspetterà in carcere la decisione sulla richiesta di estradizione in Ucraina. I giudici della Camera d’istruzione della Corte d’appello di Aix en Provence hanno respinto la richiesta presentata dai legali del dissidente kazako circa dieci giorni fa.
I magistrati, spiega in una lunga nota l’avvocato francese dell’ex oligarca, Bruno Rebstock, hanno sposato la tesi della procura secondo cui nessuna decisione su un’eventuale scarcerazione può essere presa prima che arrivino da Kiev le motivazioni della richiesta di estradizione e i dossier giuridici collegati. Solo da queste carte si potrà infatti determinare se la detenzione dell’uomo d’affari è giustificata dalle accuse a suo carico e dalle prove che le supportano.
Ma le motivazioni della decisione comprendono anche un secondo aspetto: ”la grave preoccupazione della Corte sulla sicurezza” di Ablyazov. Il dissidente, riferiscono sempre i suoi legali, negli scorsi anni sarebbe stato vittima di numerose minacce, tentativi di sequestro e di omicidio, oltre che di crescenti ritorsioni del governo kazako sul suo entourage, come mostrano, scrive l’avvocato, le ”circostanze straordinarie” in cui nel maggio scorso la moglie Alma Shabalayeva e la loro figlia più piccola sono state espulse dall’Italia. Alla luce di questi elementi, i giudici francesi ”hanno ritenuto che la sua protezione possa essere meglio garantita se rimane in prigione”.
Nel frattempo, continua la battaglia a distanza tra la giustizia ucraina e i sostenitori di Ablyazov, sempre più determinati a contestare la richiesta di estradizione che ritengono basata su motivazioni che niente hanno a che fare con l’applicazione della legge.
”Il team legale è più che fiducioso nel fatto che tutte le prove mostreranno la natura politica della richiesta”, dichiara sempre Rebstock, secondo cui i magistrati transalpini ”non potranno dimenticare” lo status di rifugiato che la Gran Bretagna concesse nel 2009 all’ex oligarca, né il ”reale rischio” che una volta consegnato alle autorità ucraine l’uomo sia poi inviato in Kazakistan.
”Spero che la Corte lo rilasci al più presto possibile – ha commentato la figlia di Ablyazov, Madina, residente negli Usa ma volata al fianco del padre a Aix en Provence fin dalla notizia del suo arresto -. La Francia non deve farsi ingannare o cedere alle pressioni di qualcuno e prendere la decisione sbagliata sulla sua estradizione”.