FRANCIA – La corsa per le presidenziali francesi entra nel vivo. Dopo estenuanti settimane di attesa, Martine Aubry, presidente del Partito Socialista, il più grande partito di opposizione in Francia, ha ufficialmente presentato la sua candidatura alle primarie socialista. Se la giocherà con il suo predecessore, l’ex presidente del partito, François Hollande, dato come favorito negli ultimi sondaggi pubblicati da Le Monde.
Nei prossimi mesi il calendario politico-mediatico avrà un’agenda serrata. Dapprima i socialisti si daranno battaglia per scegliere il loro candidato. Nicolas Sarkozy dovrà annunciare la candidatura alla propria successione. Infine, tra poco meno di un anno, i francesi andranno a votare per eleggere il nuovo Président de la République, la più alta carica dello stato per cinque anni.
Il partito socialista non vince la più importante battaglia politica dal 1988, quando François Mitterrand riconquistò un secondo mandato. Più di vent’anni sono passati da allora e i socialisti hanno nel frattempo collezionato molte sconfitte e perfino l’umiliazione più grande. Quella del 21 aprile 2002, quando il partito fu escluso dal secondo turno delle presidenziali, sorpassato in preferenze dall’estrema destra di Jean-Marie Le Pen.
Il Ps gode inoltre di una brutta fama. Viene spesso descritto come un covo di galli, dove ogni membro vive nel culto del suo ego. I responsabili del partito, molti dei quali sono stati portati sulla scena anni or sono da Mitterrand, vengono ironicamente chiamati gli «elefanti» od i «tenori».
Tutti i sondaggi sono concordi. Se le elezioni si tenessero questo mese, il partito socialista non avrebbe nessuna difficoltà a battere Sarkozy. Negli ultimi mesi l’attuale presidente della Repubblica non ha fatto altro che precipitare nei sondaggi, senza mai riuscire a contrastare la tendenza. Nemmeno l’intervento in Libia lo ha fatto risalire nei sondaggi. Oggi si troverebbe addirittura spalla a spalla con la nuova leader del partito di estrema destra, Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie. Sia François Hollande che Martine Aubry vincerebbero la sfida elettorale.
Eppure nessuno a sinistra dorme sonni tranquilli. La Francia che si ciba di sondaggi con una spasmodica voracità ha visto troppe volte ribaltati i pronostici della vigilia. I socialisti inoltre sono ancora scossi dall’«affare del Sofitel», l’arresto di Dominique Strauss-Kahn per un’accusa di stupro ai danni di una cameriera di un lussuoso albergo newyorchese. DSK, come lo chiamano famigliarmente in Francia, era dato da tutti come il favorito per la corsa presidenziale del 2012.
La sfida principale nelle primarie socialiste è, come già detto, tra François Hollande e Martine Aubry. Gli altri candidati non sembrano veramente in corsa. Tra questi vi sono le nuove leve del partito Arnaud Montebourg e Manuel Valls, entrambi di 47 anni, e una vecchia conoscenza, Ségolène Royale, ex moglie di Hollande e grande sconfitta delle elezioni del 2007. Hollande e Aubry presentano due immagini di sé molto diverse, umanamente e politicamente.
Il primo si è fatto notare mediaticamente negli ultimi mesi per un’impressionante cura dimagrante in vista delle competizioni elettorali. Nelle ultime settimane ha moltiplicato i meeting politici in tutte le regioni della Francia. Si è presentato come un «candidato normale» in contrasto all’esibizionismo e a volte alla rozzezza che hanno contraddistinto lo stile Sarkozy. Dopo un presidente «bling-bling» come dicono i francesi, Hollande vuole dare l’immagine di «monsieur tout-le-monde». E’ un rappresentante della tendenza centrista del partito.
Piuttosto dell’alla sinistra è invece Martine Aubry, figlia d’arte di Jacques Delors, tra i più importanti dirigenti del partito negli anni 80 e 90, nonché Presidente della Commissione Europea. Si presenta come un Angela Merkel della sinistra, un misto di rigore, autorità ed efficienza. Su di lei pensa l’incognita della candidatura femminile. In Francia nessuna donna è mai divenuta presidente della Repubblica. La sola donna ad essere divenuta primo ministro Edith Cresson ha avuto un effimero successo, rimanendo al suo posto per meno di un anno.