Gb, elezioni: L’ultimo dibattito Tv stasera deciderà probabilmente chi sarà primo ministro

David Cameron, Nick Clegg e Gordon Brown

Il premier laburista britannico Gordon Brown avrà stasera nel terzo ed ultimo dibattito televisivo con i suoi avversari la possibilità finale per scusarsi ancora della orribile gaffe con la donna che – non accortosi a fine comizio che il microfono era ancora acceso – ha chiamato ”bigotta”. Poi lui, il leader conservatore David Cameron e il leader liberaldemocratico Nick Clegg dovranno affrontare argomenti molto più pesanti: come rimettere in sesto la fragile economia britannica nel bel mezzo di un’altra crisi in Europa.

Ma con i tre candidati testa a testa nei sondaggi per le elezioni del 6 maggio si delinea lo spettro di un ”hung parliament”, ovvero un parlamento dove nessuno dei tre partiti può contare su una maggioranza per governare. Se così fosse, urgenti decisioni che devono essere prese sull’economia sarebbero ritardate dai negoziati che dovranno esserci per dare vita a coalizioni.

I dibattiti televisivi – i primi in Gran Bretagna – hanno già inaspettatamente cambiato il quadro politico nazionale. Il lib-dem Cleg, leader di un partito perennemente collocato in terza posizione, ha fornito nei primi due dibattiti una straordinaria performance mettendo in ombra i due pesi massimi con cui si confrontava, Brown e Cameron. Tale è stata l’ottima impressione che l’elettorato ha ricevuto da Klegg che il suo partito ha scalzato dalla seconda posizione i laburisti piazzandosi direttamente alle spalle dei conservatori.

Stasera i tre leader dovranno affrontare il problema dell’economia e della disoccupazione e sarà dura. La Gran Bretagna annaspa da 18 mesi in una recessione che ha reso disoccupati un milione e 300 mila persone e che ha causato il sequestro di 50 mila case. Chiunque sarà a governare dopo il 6 maggio dovraà subito affrontare un deficit di bilancio pari a 152,84 miliardi di sterline (circa l’equivalente in euro) accumulato durante la crisi finanziaria globale. Questo significa che la Gran Bretagna dovrà sopportare i più profondi tagli ai servizi pubblici dalla Seconda Guerra Mondiale, che le tasse aumenteranno e che le iniziative per ridurre la disoccupazione richiederanno tempo.

In due settimane dal primo dibattito in Tv, Clegg si è proiettatoin avanti come candidato credibile per guidare il Paese, frantumando il dominio dei laburisti e dei conservatori, che si sono alternati al potere dagli Anni Trenta. L’appoggio ai lib-dem, secondo i sondaggi, ha fatto uno sbalorditivo balzo in due settimane: dal 18 al 30 per cento. I conservatori sono in testa col 33 per cento e i laburisti terzi col 28 per cento.

Il leader che saprà meglio convincere l’elettorato sulle sue ricette anti-crisi sarà il primo ministro. Alcuni britannici sono anche preoccupati dai sei milioni di stranieri che sono entrati nel Paese da quando i laburisti hanno preso il potere nel 1997. Gli immigranti, la gran parte da Paesi poveri, sono accusati di togliere lavoro ai locali, causare il ribasso dei salari e sovraffollare il servizio sanitario nazionale. A trarne beneficio potrebbe essere l’estrema destra del British National Party.

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lgermini