Per bloccare ”la porta girevole dei reati e la successiva reiterazione dei reati stessi’ serve una riforma carceraria: parola di Ken Clarke, ministro della Giustizia britannico.
Il piano prevede anche il coinvolgimento di ONG e aziende private nel procedimento di riabilitazione del condannato. Al centro del progetto c’e’ l’esigenza di ridurre l’esorbitante numero della popolazione carceraria di Inghilterra e Galles – che a maggio di quest’anno ha toccato le 85mila unita’.
”Nel nostro Paese – ha detto il ministro – piu’ della meta’ dei crimini viene commessa da persone che sono passate attraverso il sistema penitenziario”.
”Quello di cui c’e’ bisogno – ha proseguito – e’ una approccio frontale piu’ costruttivo. Ovvero una strategia intelligente e trasparente delle sentenze che colpisca la causa della reiterazione del reato, cosi’ da rendere le nostre comunita’ piu’ sicure: noi lo descriviamo come rivoluzione della riabilitazione”.
L’idea allora e’ quella di usare il volontariato e il settore privato per ospitare, riabilitare e inserire nel mondo del lavoro i carcerati – e corrispondere i finanziamenti solo se gli sforzi condurranno a un’effettiva diminuzione nelle percentuali di reiterazione del reato.