ROMA – La Francia alza il muro contro l’ondata di migranti che, grazie ai permessi temporanei decisi oggi, 7 aprile, da Roma, può puntare verso il nord Europa. E avverte che anche con quel tipo di visto li respingerà. Ma dall’Italia è pronta la risposta del ministro dell’interno, Roberto Maroni, che replica: gli immigrati cui sarà concesso il permesso potranno circolare. E l’unico modo che Parigi ha per evitarlo è quello di ”uscire da Schengen o sospendere il trattato”.
Parole, quelle di Maroni, che arrivano al termine di una nuova giornata di alta tensione tra Roma e Parigi. ”Capisco che ci sono le elezioni in Francia nel 2012 e che Sarkozy ha la concorrenza dell’estrema destra, ma mostrare i muscoli è sbagliato, mettere le truppe sulle frontiere è la cosa più sbagliata”, stigmatizza il responsabile dell’Interno che oggi aveva già parlato di atteggiamento ”discutibile” di Parigi. Un modo ”ostile”, gli aveva fatto eco il ministro degli Esteri Franco Frattini mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, ha parlato di modo ”sbagliato”.
Naufraga così la breve tregua sancita dalla telefonata tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy del 3 aprile, anche se già domani Maroni e il suo omologo Claude Gueant, che si incontreranno a Roma, avranno un’occasione per chiarirsi e il 26 aprile il vertice bilaterale tra i due paesi permetterà, forse, di stemperare gli animi. Al momento, l’unico sostenitore della Francia, sembra essere il leader leghista Umberto Bossi, che invita l’Italia ad attuare una politica ”dura” come quella d’oltralpe.
Ad augurarsi una ricucitura tra Roma e Parigi èl’Unione europea, che invita i due paesi a collaborare. A Bruxelles si è rivolto, riferendo alla Camera, anche Maroni, tornando a ripetere che l’Ue ”ha lasciato sola l’Italia” e chiedendo, senza nascondere lo scetticismo, l’attivazione della direttiva che prevede la protezione temporanea dei rifugiati. ”La maggioranza degli stati – ha commentato – è contraria, perché il provvedimento è l’affermazione di principio della condivisione degli oneri, con la redistribuzione dei migranti su tutto il territorio europeo”.
La concessione di un permesso temporaneo, potrebbe però anche non bastare per risolvere i problemi italiani. Come ha sottolineato l’Ue, infatti, ”dare un permesso” agli immigrati non implica automaticamente il loro diritto di viaggiare nell’area Schengen. Dipende, insomma, dal tipo di permesso rilasciato e quello individuato dall’Italia, sottolinea Bruxelles, ”ancora non ci è stato notificato”. Di certo, per l’Ue, tra i criteri necessari, c’è il fatto che gli immigrati ”dovranno dimostrare i mezzi di sussistenza” e già questo rende molto difficile la loro circolazione.
Per questo l’Italia punta anche alla protezione temporanea. Quella dell’immigrazione infatti, secondo il Governo, è una questione che deve essere affrontata dall’Ue e non da Francia e Italia. Ne è convinto Frattini che invita ad evitare ”un contenzioso bilaterale” e anche il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo il quale certamente si troverà ”una linea di intesa con Parigi”. Meno convinta sembra la Francia, che ha fissato cinque paletti per sbarrare la strada agli immigrati, in particolare documento di soggiorno valido e soprattutto risorse sufficienti a mantenersi e un periodo di libera circolazione di tre mesi, ed ha assicurato che se le condizioni poste ”non saranno soddisfatte”, come ha detto Gueant, ”è assolutamente nel diritto” francese ”rimandare in Italia” gli immigrati.
Se l’opposizione, di fronte all’atteggiamento francese, invita, con Paolo Franco della Lega, ”a non andare in vacanza in Francia”, mentre il ministro Raffaele Fitto assicura che ”il permesso temporaneo è coerente con le direttive Ue”, l’opposizione si dice certa che se l’atteggiamento dell’Italia sarà corretto, lo sarà anche quello della Francia. ”Se facciamo bene la nostra parte – ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – siamo in grado di ottenere che anche gli altri facciano la loro”. Attacca invece direttamente Parigi il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli che definisce il comportamento del governo d’oltralpe ”indecente e cinico”.