BERLINO – Se la volonta’ della cancelliera Angela Merkel si imponesse, ne conseguirebbe un pericolo per l’Unione europea. Lo dice in una lettera aperta alla Bundeskanzlerin il vice-premier lussemburghese Jean Asselborn, secondo il quale e’ del tutto ”utopico” pensare che la modifica del trattato europeo sia una soluzione della crisi piu’ delicata mai vissuta dall’eurozona.
”Cara cancelliera, se a spingerla sono gli interessi nazionali farebbe bene a dirlo”, scrive nella lettera pubblicata dal quotidiano tedesco Handelsblatt. Del resto, continua Asselborn, ognuno dei 27 paesi, anche il piu’ grande, ha il diritto di portare avanti i propri interessi e ammettere che questa sia oggi la linea tedesca ”aiuterebbe a fare chiarezza”.
”E’ davvero un obiettivo dell’Europa, in quella che e’ forse la fase piu’ difficile della ricerca di stabilita’ nell’eurozona, un dibattito sul cambiamento dei trattati? Lei e’ una europea convinta, la sua biografia la obbliga in tal senso. Ma ha considerato se i dibattiti cosi’ energicamente messi in campo da lei siano basati da interessi nazionali o europei?”.
”Se riuscisse a imporre la sua volonta’, cara Frau Merkel, nel Consiglio europeo, la prego di non dimenticare quale rischio correrebbe l’Unione europea”, dice il vice di Juncker in uno dei passaggi piu’ aspri del messaggio alla Bundeskanzlerin.
”Modifiche di base al trattato europeo comportano un grande dinamica in se’ – continua – E’ utopico credere che si potrebbero cambiare soltanto gli articoli previsti. La Gran Bretagna ad esempio potrebbe avere piani completamente diversi da quelli tedeschi o del Lussermburgo”.
Ed e’ difficile ”canalizzare desideri e idee” di parlamenti nazionali ”in una sola direzione”, prosegue e’ il ragionamento. ”Una grande revisione comporterebbe referendum. in alcuni paesi”, avverte Asselborn. ”E se il messaggio del referendum fosse risparmiare e controllare le possibilita’ di successo sarebbero limitate”.
”L’Unione europea oggi ha bisogno soprattutto di un messaggio positivo che indichi alla gente la prospettiva che al centro degli effetti della politica ci siano la crescita economica e con questo anche la sicurezza sociale e la creazione di nuovi posti di lavoro”. ”Questo non si puo’ fare soltanto attraverso il messaggio sul cambiamento dei trattati”.