Belgrado (Serbia) – "La verità è che abbiamo arrestato Ratko Mladic nel momento in cui lo abbiamo trovato". Così il presidente della Serbia Boris Tadic, che in un'intervista ad Associated Press ha smentito le voci secondo cui le autorità di Belgrado sapevano dove si nascondeva l'ex generale, ma avrebbero aspettato ad arrestarlo in modo da dare una spinta ai colloqui per l'adesione della Serbia nell'Unione europea. Dopo l'arresto di Mladic, avvenuto giovedì scorso nel villaggio di Lazarevo, non lontano da Belgrado, alcuni hanno speculato che l'operazione fosse stata pianificata in coincidenza con la visita in Serbia dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton. Tadic ha affermato che "simili commenti non hanno senso" e ha aggiunto: "all'Europa chiedo semplicemente di fare la sua parte, noi abbiamo fatto la nostra e andremo avanti su questa strada". L'Ue ha detto ripetutamente che la Serbia avrebbe potuto ottenere i colloqui per diventare un Paese membro soltanto a condizione che fosse riuscita ad arrestare Ratko Mladic. Adesso quindi la Serbia si attende di ottenere lo status di pre-candidatura entro la fine dell'anno. Nell'intervista Tadic ha inoltre dichiarato che è evidente che la Serbia sta adempiendo i propri doveri internazionali e che continuerà a farlo e si è detto sicuro che Belgrado arresterà Goran Hadzic, ex leader dei serbi in Croazia, "nelle prossime settimane, in un mese o il prossimo anno". Hadzic è l'ultimo criminale di guerra ricercato dal Tribunale penale internazionale dell'Aia per la ex Jugoslavia.