BRUXELLES 26 MAG La Serbia e' s – BRUXELLES, 26 MAG – La Serbia e' sempre piu' vicina al traguardo Ue. Ma prima di poter coronare il suo sogno europeo Belgrado dovra' compiere ancora qualche sforzo, in particolare per la realizzazione delle necessarie riforme, l'avvio del dialogo con il Kosovo e la cattura dell'ultimo grande latitante accusato di crimini di guerra: Goran Hadzic. Queste le indicazioni raccolte a Bruxelles insieme alle tante dichiarazioni e prese di posizione che hanno accompagnato oggi la notizia della cattura dell'ex comandante militare dei serbo-bosniaci, Ratko Mladic. Una notizia comunque salutata da tutti, a cominciare dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con grande soddisfazione e unanimemente indicata come un grande successo per la Serbia e la giustizia internazionale. ''Penso che ora la porta dell'Ue e' aperta'', ha esordito questa mattina il presidente serbo Boris Tadic. Con la cattura di Mladic, ha poi aggiunto, ''cadono tutte le critiche'' sulla mancata collaborazione serba nella ricerca e cattura dei criminali ricercati dal Tpi. ''Oggi si e' chiuso un difficile capitolo della nostra storia – ha detto ancora – ed e' stata eliminata l'ombra che gravava sulla Serbia e sul suo popolo''. L'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Catherine Ashton ha riconosciuto che la cattura del 'boia di Srebrenica' costituisce un ''importante passo in avanti'' per la Serbia. E il commissario all'allargamento Stefan Fule ha ammesso che e' stato rimosso un ''grande ostacolo'' sulla strada che puo' condurre la Serbia verso l'integrazione con l'Ue. Il presidente della Repubblica Napolitano si e' congratulato con il collega serbo Tadic sottolineando che questo risultato ''rappresenta un punto di svolta'' nella marcia di avvicinamento all'Ue intrapresa da Belgrado, un percorso lungo il quale la Serbia potra' contare sul ''pieno e convinto appoggio'' dell'Italia. E il ministro degli esteri Franco Frattini ha evidenziato la ''svolta'' compiuta da Belgrado e attesa da oltre 15 anni. Ora, ha rilevato Frattini, occorrera' ''accelerare ulteriormente'' il percorso di Belgrado verso l'Ue. Ma a dimostrare che non tutti guardano alla Serbia con lo stesso entusiasmo e' stata l'Olanda, da sempre il partner europeo piu' freddo verso l'adesione di Belgrado. L'arresto di Mladic ''e' un elemento importante – ha detto il primo ministro Mark Rutte – ma questo non significa automaticamente adesione, non accade cosi'''. Ancora piu' esplicito e chiaro e' stato Fule, il quale ha evidenziato che resta un ''grosso lavoro'' da fare per poter soddisfare i requisiti necessari per diventare un Paese candidato all'adesione. E' vero che le autorita' serbe ''hanno dimostrato di rispettare gli impegni'' e questo prova la loro ''credibilita'''. Ma la cattura di Mladic, per Fule, consente solo di togliere un punto dalla lista dei requisiti richiesti per diventare un Paese candidato e avviare i negoziati di adesione. Per catturare Hadzic, avviare le riforme e il dialogo sul Kosovo e convincere Bruxelles a dare luce verde, Belgrado ha ancora tempo fino al 10 ottobre, quando la Commissione europea dira' se e' giunto o meno il momento di riconoscere alla Serbia lo status di Paese candidato ed eventualmente dare il via libera all'avvio dei negoziati.