“Troppo ubriachi per votare”: ritratto “alcolico” del parlamento inglese

LONDRA -“Così ubriachi da non reggersi in piedi”, questa la descrizione dei parlamentari inglesi. Il “ritratto alcolico” dei Tories e dei Labours, divisi dalla politica ma uniti dalla passione per il bicchiere, lo fa Sara Wollaston, deputata dei Tory. La rappresentante conservatrice ha raccontato che esiste un numero addirittura scioccante di suoi colleghi che “non ha idea di cosa stia votando quando varca le porte della Camera dei Comuni”. I deputati troppo ubriachi dunque non votano esprimendo un parere, ma semplicemente seguendo le linee politiche del partito.

Ma la tradizione di politici “alcolici” in Gran Bretagna inizia con Winston Churchill, che diceva: “Ricordatevi sempre che ho preso più io dall’alcol di quanto l’alcol abbia preso da me”. Il suo esempio è stato fedelmente seguito da Tony Blair, ex premier inglese, che nella sua autobiografia “Un viaggio” racconta: “Whisky liscio o gin tonic prima di cena, un paio di bicchieri di vino o addirittura mezza bottiglia durante il pasto. Mi resi conto che bere era divenuto una consolazione”.

Neanche l’attuale premier David Cameron è si risparmia i piaceri dell’alcol, sorpreso nel 2009 a sorseggiare il consueto champagne post Congresso dei conservatori dopo aver appena votato il “bando alle bollicine”, una rinuncia per dimostrarsi solidali agli elettori impoveriti dalla crisi. Conservatori e Labour avranno dunque anche idee politiche differenti, ma saranno sicuramente d’accordo sulla politica alcolica del paese, che secondo una ricerca medica pubblicata dal Lancet potrebbe contare entro il 2020 ben 250 mila morti per l’abuso da alcol, circa 10 mila ogni anno.

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