BRUXELLES – L’Unione europea ha finanziato anche la pesca illegale: nel periodo fra il 1999 e il 2010, circa 100 pescherecci italiani sanzionati per attività fuorilegge, come quella delle reti derivanti, hanno ricevuto 13,8 milioni di euro di aiuti. E’ quanto emerge dai dati diffusi in un seminario a Bruxelles organizzato da Ocean 2012, una coalizione di 119 organizzazioni, che in Italia include associazioni come Legambiente e Marevivo, ma anche istituti di ricerca come la stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli o l’Istituto Tethys.
Secondo le stime, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn), ha un giro d’affari a livello mondiale di oltre 10 miliardi di euro, con punte del 66% del pescato nel Mare del Nord e del 50% degli sbarchi di tonno e pescespada nel Mediterraneo. Oltre a quelli dell’Italia, secondo i dati anche 36 pescherecci fra francesi e spagnoli, sanzionati per infrazioni gravi, hanno ricevuto 13,5 milioni di euro nel periodo fra il 1994 e il 2006.
”Paradossalmente – spiega Domitilla Senni, di Ocean 2012 – gli aiuti europei per promuovere la pesca sostenibile, sono arrivati senza alcuni tipo di verifica, alimentando indirettamente la pesca illegale”. Di qui la richiesta che vengano applicate dagli Stati membri le misure in vigore che non assegnano aiuti ai pescatori fuorilegge, perché parta un’indagine della Corte dei Conti Ue su come vengono spesi i contributi europei e che le future norme rendano difficile finanziare attività illegali.