Politica Europa

Putin mangerà a Natale il panettone, forse e poi? Cresce il malcontento in Russia: zar alle corde

Putin sempre in sella. Ma fino a quando? Di sicuro (pare) mangerà a Natale il  panettone. E poi?

Da Kiev (dove si è rifugiato) risponde Olivier Vederine, docente universitario nonché capo redattore di “Russia  monitor”, giornale online di opposizione: ”A gennaio sapremo,  ma tutto può accadere. L’opposizione cresce, una parte della élite russa – militare, politica – ha cominciato a prendere le distanze da Putin “.

Gli fa eco da Parigi (anche lui rifugiato) l’economista russo Sergei Guvrev, uno che conosce bene la macchina del potere moscovita per averne a lungo fatto parte .”Concordo. Lo zar è alle corde, le sanzioni sono efficaci. Chi semina dubbi gli fa un favore “. Ora sulla base di queste fonti e sugli ultimi contatti telefonici fra i ministri Shoigu (Cremlino) e Austin (Casa Bianca) si possono fare le prime deduzioni.

1) PACE ANCORA LONTANA. SPUNTA L’IPOTESI TREGUA

È al momento solo uno spiraglio. Ma c’è. I due ministri (russo  e americano) hanno deciso di “mantenere le comunicazioni”. Se questo non è un buon segno, cos’è?.  Può portare nell’immediato ad una tregua. Possibile, ragionevole, auspicabile. L’inverno può accelerare i tempi. Altro indizio pro tregua. Eccolo: l’offensiva ucraina su Kherson e la pronta evacuazione di civili russi porta a pensare ad un rimescolamento di carte sul terreno, ulteriore segno di una possibile sospensione temporanea delle ostilità.

2) IL 15 NOVEMBRE L’INCONTRO BIDEN-PUTIN

È confermato. Per ora. Il 15–16  novembre i due presidenti si incontreranno al G20 in Indonesia. Entrambi hanno l’interesse a partecipare al forum dei leader dei 20 Paesi tra i più industrializzati del mondo. Joe  Biden l’8  novembre ha le “elezioni di midterm“ (elezioni di metà mandato) ed ha bisogno di una buona visibilità visto che  i sondaggi lo danno in picchiata. Biden deve recuperare popolarità. Idem lo zar. Putin è in crisi,  addirittura è nato un “Movimento di resistenza armata “ – i nazionalisti baskir – per opporsi alla guerra in Ucraina. I Baskir sono un gruppo etnico turco originari della Russia. Vogliono l’indipendenza. Putin ha bombardato anche loro.

3) ERDOGAN SICURO: MOSCA ORA È PIÙ APERTA.

Il presidente turco, impegnato nella “diplomazia telefonica “ H24 , assicura che “Putin è molto più morbido e aperto alle negoziazioni con Kiev rispetto al passato. Anche molti Paesi dell’Unione europea, Italia compresa, stanno cominciando segretamente a discutere una via d’uscita”. Tempo da perdere non c’è n’è più. Parallelamente alla diplomazia continuano la loro azione di morte eserciti stanchi e irriducibili. Venerdì 21 alcuni caccia bombardieri  italiani dispiegati in Polonia  si sono alzati in  volo per intercettare aerei russi che volavano a ridosso dei confini della NATO. Provocazione di Mosca? Se è così saremmo daccapo.

Published by
Marco Benedetto