Recovery Fund, via alle trattative Ue (Ansa)
ROMA – “Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito” perciò “deve esserci un limite di tempo”, ha dichiarato il presidente austriaco Kurz.
In prima linea dal fronte dei paesi frugali contrari al paracadute europeo per la rinascita.
Di quei paesi del Nord cioè che non vogliono pagare per un Sud che, per usare le parole del ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem (un laburista oltretutto), “spende tutti i soldi per donne e alcol e poi chiede aiuto”.
Più chiaro ancora il ministro delle finanze Bluemel che avverte come l’Austria non intende farsi carico del debito italiano.
La posizione austriaca è solo l’antipasto, alla vigilia del vertice dei capi di Stato e di governo della Ue, di un confronto che si annuncia lungo e pieno di incognite.
A partire dalla capacità di Angela Merkel di far valere carisma e potenza tedesca al tavolo delle trattative per confermare il cambio di rotta su austerity e crescita della Commissione europea.
Il ministro delle finanze austriaco Bluemel ribadisce le parole del suo premier e anzi ha almeno il pregio della chiarezza: il punto è sempre la condivisione del debito.
“Da noi c’è massima solidarietà. Quella che rifiutiamo è un’Europa del debito.
Dopo la crisi del Covid è necessario un rinnovato impegno verso politiche di bilancio sane e una riduzione del debito”.
Il ministro austriaco delle Finanze, Gernot Bluemel, in un’intervista alla Stampa ha ribadito che l’Austria non intende farsi carico del debito italiano.
“La crisi del Covid va affrontata senza ipotecare il futuro dell’Ue”, avverte Bluemel, secondo cui servono più prestiti e meno sussidi.
“Siamo sempre pronti a negoziare, ma non possiamo accettare questo piano.
I contribuenti austriaci pagherebbero troppo e troppo a lungo: con la proposta attuale della Commissione europea, aumenterebbe del 50% la quota che dobbiamo versare all’Ue”, sottolinea.
Inoltre “il Recovery Fund verrebbe rimborsato nel prossimo quadro finanziario europeo. In questo modo Bruxelles vorrebbe far credere che gli aiuti siano gratis, ma non è così.
Tutti dovremo pagare questa enorme montagna di debiti per 30 lunghi anni”, rimarca Bluemel. I Paesi cosiddetti “frugali” non porteranno una nuova proposta al tavolo europeo.
“La nostra posizione è ben nota. Eravamo pronti a venire in soccorso ai Paesi come l’Italia con il pacchetto da 540 miliardi concordato prima di Pasqua”, dice il ministro.
“Gli Stati membri possono chiedere i prestiti del Mes, il sostegno alle piccole e medie imprese attraverso il Fondo di garanzia della Bei e soldi anche attraverso Sure, la misura contro la disoccupazione. Ora spetta al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, trovare un compromesso”. (fonti La Stampa, Ansa)