Reddito minimo garantito, la Ue ci sta pensando

STRASBURGO, 15 NOV – Per lottare contro la poverta', in crescita al tempo della crisi in Europa soprattutto fra i bambini e gli anziani, la Ue si deve dotare di una legislazione che fissi un reddito minimo garantito pari ad almeno il 60% del reddito medio pro-capite, pari alla soglia della poverta', in ognuno dei 27 paesi dell'unione europea. E' il senso della risoluzione approvata a larga maggioranza dalla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo che chiede all'esecutivo di Bruxelles di creare una 'Piattaforma contro la poverta' e l'esclusione sociale''. Un atto arrivato appena 24 ore dopo che il Consiglio agricoltura ha ''salvato'' il piano di aiuti alimentari per gli indigenti per il 2012 e 2013, contro il proseguimento del quale pero' Francia e Germania si sono espresse contro. ''Nel 2010 – ha detto il relatore parlamentare, il socialista belga Frederic Daerden – le persone minacciate dalla poverta' in Europa erano 116 milioni, circa una sua cinque. Ma sono risultati addirittura 42 milioni, l'8% degli abitanti, quelli che vivono in stato di indigenza''. Dal canto suo Sergio Cofferati ha sottolineato il fenomeno del ''lavoro povero'', ovvero quello che non rende abbastanza per allontanarsi dalla soglia della poverta', che ''in Italia incide per il 9,4%, valore superiore alla media europea che e' dell'8,5%''.

Per trovare le risorse necessarie, per politiche sociali che ricadono nelle responsabilita' di governi alle prese con l'austerity, e' necessario – secondo Cofferati – che la Ue ''spinga ad utilizzare in modo coordinato tutte le misure che altrimenti restano sparse tra le diverse norme nazionali''. Dal canto suo il collega Andrea Cozzolino ha indicato la necessita' di aumentare le risorse per lottare contro la poverta' utilizzando in modo adeguato le politiche di coesione ed in particolare il Fondo Sociale europeo ed il Fondo per lo Sviluppo regionale. A promettere di lottare per il proseguimento del piano europeo di aiuti alimentari per i poveri e' stato invece il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento, Paolo De Castro, secondo il quale ''il no di Francia e Germania non significa che Bruxelles non si impegnera' per farlo proseguire oltre il 2014''.

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Elisa D'Alto