Rom, la Ue avverte: “La Francia non è isolata, altri 16 Paesi nel mirino”

Viviane Reding

Il caso della Francia non è isolato: sono almeno ”15-16” gli stati membri nei quali la Commissione Ue ha riscontrato problemi di cattiva trasposizione nelle leggi nazionali delle regole previste dalla direttiva 34 del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini. Il numero dei paesi nel mirino di Bruxelles è stato confermato ieri dalla stessa commissaria Ue alla giustizia Viviane Reding: ”Siamo in discussione con 15 o 16 paesi per la messa in pratica di questa legislazione”, ha detto parlando a Strasburgo.

Oggi l’informazione è stata ribadita da alcuni portavoce che non hanno però indicato i nomi dei paesi. I casi sarebbero molto diversi tra loro e riguarderebbero problemi piccoli e grandi. I primi pronunciamenti della Commissione sono previsti giovedi’ 30 settembre, nell’ambito di una raffica di procedure che Bruxelles indirizzera’ agli stati membri per infrazioni varie al diritto comunitario.

Nei mesi scorsi, dieci stati membri (Belgio, Olanda, Irlanda, Portogallo, Svezia, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Polonia e Germania) hanno ricevuto un primo ammonimento per cattiva applicazione della direttiva 2000/43 sull’uguaglianza razziale, che protegge i cittadini contro ogni forma di discriminazione. Alcuni casi riguardavano i rom, altri no. Per alcuni di questi paesi giovedì la procedura potrebbe andare avanti. Così come potrebbe aprirsi un nuovo caso con la Germania, per la decisione di espellere 13 mila rifugiati del Kosovo, in maggioranza di etnia gitana.

Al centro della controversia sui rom con la Francia ci sono due elementi di diritto. Il primo, riguarda la cattiva trasposizione della legge Ue sulla libera circolazione nella legislazione nazionale. Il secondo, riguarda il sospetto di discriminazione dei diritti fondamentali in base alla razza e alle nazionalità. Negli ambienti della Commissione è opinione diffusa che la Francia sarà ammonita per il primo aspetto, e che, molto probabilmente, sarà in compagnia di altri paesi anche loro accusati di cattivo recepimento della legge sulla libera circolazione.

Più dubbi si raccolgono sull’ipotesi che Bruxelles decida di agire contro Parigi anche per il sospetto di discriminazione su base etnica per le modalità con le quali le autorità francesi hanno gestito lo smantellamento dei campi rom. In questo caso, la Francia sarebbe l’unico Stato membro ad essere ripreso per questo tipo di infrazione. Lo scorso anno, l’Italia ha evitato l’avvio di una procedura analoga sul caso della presa di impronte digitali nei campi rom, perché – ha ricordato oggi un portavoce – ha risposto positivamente alle richieste di modifica della Commissione Ue.

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