In Romania il governo di centrodestra guidato dal partito liberaldemocratico Emil Boc è caduto a causa di una mozione di sfiducia proposta dal partito liberale (Pnl) e dall’Unione magiari (Udmr) con l’appoggio del partito socialdemocratico (Psd), ex alleato di governo. La mozione è stata votata da 254 deputati ma per approvarla ne bastavano 236 di voti: i contrari sono stati 176.
Per la prima volta dalla caduta del regime comunista, un governo romeno cade per un voto di sfiducia. I problemi per la coalizione erano iniziati dopo che era stato licenziato il ministro dell’Interno Dani Nica del Psd per delle dichiarazioni a proposito di possibili frodi elettorali nelle presidenziali del 22 novembre, in cui il capo di stato uscente Traian Basescu – vicino al partito democratico-liberale (Pdl) – cercherà la rielezione.
La coalizione era nata dopo le elezioni del novembre 2008: alla vigilia del voto di sfiducia, i leader del Pnl e del Psd si erano incontrati per discutere la possibilità di formare una nuova maggioranza parlamentare che sostenga un governo di tecnici per gestire le elezioni presidenziali e ottenere risultati concreti contro la crisi.
Il Paese sta affrontando una grave fase di recessione «con una tripla crisi, economica, sociale e morale» a detta dell’opposizione. Per il presidente dei Liberali Crin Antonescu, «l’esecutivo non è legittimo politicamente e non è capace di occuparsi dei problemi seriamente ed efficacemente».