Serbia, arrestato Hadzic. Il Tpi: “Missione compiuta”

BRUXELLES, 20 LUG – Con l'arresto di Goran Hadzic, il Tribunale penale internazionale dell'Aja puo' dichiarare compiuta la propria missione: nessuno dei 161 imputati messi sotto accusa dal Tribunale per crimini commessi nella ex Jugoslavia puo' dirsi oggi sfuggito alla giustizia.

Al tempo stesso, la cattura dell'ex leader dei serbi di Croazia, ultimo criminale di guerra in fuga, fa fare un passo in avanti enorme alle prospettive europee di Belgrado: il ministro degli esteri Franco Frattini l'ha definita ''una porta spalancata alla Serbia verso l'Ue''.

Al quartiere generale del Tpi, all'Aja, la notizia della cattura di Hadzic, accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanita' durante il conflitto armato degli anni 1991-1995, e' stata accolta con grandissima soddisfazione. Anche perche' giunta a neppure due mesi dall'estradizione all'Aja del criminale di guerra ricercato numero uno: il generale serbo bosniaco Ratko Mladic, il boia di Srebrenica.

Come Mladic, anche Hadzic potra' essere processato regolarmente dal Tpi e non dall'organismo sostituito che dal 2012 dovra' portare a termine l'attivita' del tribunale, dopo la sua scadenza fissata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu alla fine del 2014.

''Il Tpi puo' ora completare il proprio lavoro e dare giustizia alle migliaia di vittime che ancora l'attendono'', ha dichiarato il procuratore Serge Brammertz, secondo il quale il ruolo svolto dalla Serbia per giungere all'arresto di Hadzic dimostra che ''l'impegno alla cooperazione con il Tribunale non e' una promessa vuota''. Dopo l'estradizione di Hadzic, per la quale ci vorranno da 3 a 8 giorni, la Serbia avra' consegnato al Tpi tutti i 46 criminali di guerra serbi ricercati dalla giustizia internazionale.

Nel carcere di Scheveninghen, dove si sono tolti la vita due detenuti, Slavko Dokmanovic e Milan Kovacevic, e dove e' morto l'ex presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic, Goran Hadzic diventera' il prigioniero numero 38. Le sue prime apparizioni davanti ai giudici si svolgeranno in contemporanea al processo gia' in corso contro il presidente serbo-bosniaco Radovan Karadzic e quello in via di istruzione contro Mladic.

La cattura di Hadzic e' stata accolta con soddisfazione e sollievo da parte delle istituzioni europee. La Serbia – e' il filo rosso che lega i diversi commenti – ha scelto di non rimanere ostaggio dei criminali di guerra. ''Non ci sono piu' alibi per nessuno per negare alla Serbia lo status di candidato Ue in autunno'', ha detto Frattini.

Il collega francese Alain Juppe' ha auspicato che il consiglio Ue tenga conto della determinazione dimostrata dalla Serbia ''quando esaminera' il parere della Commissione il prossimo autunno sulla candidatura serba all'Unione europea''.

Per i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue Barroso e Van Rompuy e l'alto rappresentante Ashton, la cattura di Hadzic costituisce ''un ulteriore importante passo della Serbia per realizzare le sue prospettive europee''.

Per il capo della Nato, Rasmussen, si puo' chiudere ora ''uno dei capitoli piu' dolorosi della recente storia europea''. E anche l'ex procuratrice del Tpi ed ex 'nemica' di Belgrado, Carla del Ponte, rende omaggio alle autorita' della Serbia: ''il governo serbo ha operato molto bene, in modo intelligente e a favore del futuro del paese'', ha riconosciuto la Del Ponte.

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Emiliano Condò