Barcellona mette al bando burqa e niqab. Le donne con il velo islamico non potranno entrare negli edifici pubblici della città spagnola, come ha annunciato il sindaco socialista Jordi Hereu. Il comune di Lleida era stato il primo il mese scorso che aveva deciso di vietare il velo poi lo hanno seguito a ruota altre città.
El Vendrell, Tarragona, Girona, Reus hanno già introdotto o stanno per farlo divieti analoghi, ufficialmente in nome della sicurezza. Il provvedimento di Barcellona riguarderà tutti i locali dipendenti dal comune, uffici, scuole, mercati, biblioteche, e dovrebbe entrare in vigore entro l’estate
“Non si può entrare con una attrezzatura che non consente l’identificazione” in un edificio pubblico ha detto il primo cittadino di Barcellona. E poi, ha aggiunto, il divieto di burqa e niqab è “espressione del senso comune” anche se, ha voluto subito puntualizzare, “non è in alcun modo rivolto contro alcuna fede religiosa”. Non la pensano così gli imam radicali vicini alla corrente salafita, che difende la rottura con l’Occidente: undici di loro hanno annunciato che faranno ricorso in tribunale contro i divieti, ritenuti incostituzionali perché “contro la libertà per le nostre donne di vestirsi come vogliono”, ha spiegato Farid Katthouti, responsabile della moschea di Reus.
Ad appoggiare la misura sono i socialisti del Psc (emanazione locale del Psoe di José Luis Zapatero), la sinistra repubblicana di Erc, il Partido Popular e i nazionalisti di Ciu, che i sondaggi danno come probabile vincitore delle regionali. Il Pp, all’opposizione a Barcellona come nel parlamento di Madrid, chiede invece un divieto nazionale di burqa e niqab anche per strada.