Spagna, per Zapatero ultimo giorno in parlamento. Ora toccherà a Rajoy?

MADRID, 21 SET – Il conto alla rovescia è iniziato in Spagna per José Luis Zapatero, al potere dal marzo 2004: dopo le politiche anticipate del 20 novembre, lascerà. Oggi per l’ex-icona della sinistra europea, da due anni sostenitore dell’austerità e dei tagli antideficit, è stata l’ultima volta in parlamento.

Il capo del governo di Madrid ha partecipato al Congresso dei deputati all’ultimo contraddittorio con il capo dell’opposizione Mariano Rajoy, che i sondaggi accreditano come il suo più probabile successore dopo le legislative prima dello scioglimento delle camere lunedì prossimo.

Zapatero non interverrà più alla tribuna delle Cortes. In maggio già aveva annunciato che non si ricandiderà. E non prevede neppure di tornare da parlamentare. Non è chiaro per ora che cosa farà. La sola cosa sicura è che sta costruendo una casa vicino a Leon, in Castiglia, dove andrà a vivere con la moglie Sonsoles, cantante lirica, e con le due figlie dopo l’addio alla Moncloa, il palazzo del potere madrileno.

Il suo ultimo giorno in parlamento è stato piuttosto freddo. Rajoy lo ha attaccato come sempre, per la situazione economica e occupazionale difficile del paese, per i quasi 5 milioni di disoccupati, il 21%, un record in Europa, per il 45% di giovani senza lavoro.

”Lascia una eredità avvelenata’‘ ha tuonato Rajoy, convinto di essere colui che dovrà raccoglierla. Zapatero ha risposto con il tono distaccato di chi non ha più bisogno di fare campagna, indicando una sorta di suo testamento morale.

”Il paese – ha detto – ha bisogno di responsabili politici, di veri leader che non offrano solo attacchi, ma sappiano dare fiducia e futuro alla Spagna”. Poi è uscito salutato dagli applausi dei socialisti, scattati in piedi, mentre i deputati degli altri partiti guardavano impassibili.

E così prosegue la transizione ordinata innescata 4 mesi fa dall’annuncio in maggio del ritiro di Zapatero, ai minimi storici nei sondaggi. Il suo ex-numero due ora candidato premier del Psoe, Alfredo Rubalcaba, percorre il paese cercando di rimontare i 14 punti di svantaggio che secondo gli ultimi sondaggi ha nei confronti di Rajoy. Una missione molto difficile, se non impossibile.

Zapatero intanto non prevede di immischiarsi nella campagna, concentrandosi sul governo fino alle elezioni. Dopo il 20 novembre presenterà le dimsisioni a re Juan Carlos, gestirà gli affari correnti fino alla formazione del nuovo governo, probabilmente a metà dicembre, quindi cederà il posto al successore, Rajoy o Rubalcaba. Una situazione di cambio controllato che secondo diversi analisti ha contribuito nelle ultime settimane all’appoggio dell’opposizione popolare alle ultime misure anti-crisi annunciate dal governo e che sembra rassicurare i mercati, contribuendo a migliorare la posizione della Spagna, anche rispetto a quella dell’Italia.

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Maria Elena Perrero