GINEVRA, 22 OTT – Al termine di una campagna dai toni piuttosto pacati, i circa 5 milioni di elettori svizzeri sono chiamati alle urne domani per il rinnovo delle due camere del parlamento federale. Ma in realta' la maggioranza degli elvetici ha gia' fatto la propria scelta ed ha votato per posta, grazie al materiale di voto ricevuto a casa.
In tutto, un numero record di oltre 3.459 candidati si disputano i 200 seggi del Consiglio nazionale (Camera bassa). Gli elettori dovranno inoltre eleggere 45 dei 46 membri del Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni).
Gli ultimi sondaggi non prevedono grandi cambiamenti ed attribuiscono al partito di destra nazionalista Udc/Svp – gia' primo partito svizzero – il 29,3% dei voti, con un lieve rialzo rispetto al record del 28,9% ottenuto alle ultime legislative nel 2007. Ma l'Udc/Svp – che ha fatto campagna contro ''l'immigazione di massa'' – mira a superare la soglia del 30%.
Al secondo posto dovrebbe confermarsi il Partito socialista, con il 19,9% delle preferenze (19,5% nel 2007). Le elezioni di domenica saranno invece verosimilmente amare per lo storico Partito liberale radicale (Plr, destra), che dovrebbe risultare in calo al 15,2%, ma davanti al Partito popolare democratico (centro destra, al 14,5%).
Vincitori relativi, i Verdi liberali, che dovrebbero salire dall'1,4% del 2007 al 4,9%, ed il neo-Partito borghese democratico, il Pbd, nato da una secessione dell'ala moderata dell'Udc/Svp, che non esisteva ancora 4 anni fa e che dovrebbe raggiungere il 3,6%. La partecipazione al voto, tradizionalmente bassa, dovrebbe sfiorare il 50%.
A quattro giorni dalla domenica elettorale, la maggior parte degli svizzeri (calcolando una partecipazione media del 50-60 per cento) aveva gia' votato, inviando la propria scheda per posta alle cancellerie comunali e domani in molti comuni, come Ginevra, i seggi saranno aperti per due sole ore.
Le urne chiuderanno in tutto il Paese a mezzogiorno. I primi risultati sono attesi nel pomeriggio e, salvo imprevisti, le urne dovrebbero confermare l'attuale scacchiere politico.
Stabile per tradizione, la Svizzera risulta inoltre sostanzialmente risparmiata dalla crisi: ''Con una valuta luccicante e statistiche insolenti – il Paese ospita un decimo dei miliardari del pianeta ed i nuclei familiari sono i piu' facoltosi del mondo – la Svizzera ha ritrovato lo status che credeva di aver perso negli anni '90: quello di un'isola di benessere in un'Europa in crisi, scrive ''Le Temps''.
Le elezioni federali si svolgeranno ''tranquillamente, come nell'occhio del ciclone'', aggiunge. ''Oggi la preoccupazione non e' tanto di creare una nuova societa' come alcuni decenni orsono, ma piuttosto di salvaguardare il benessere attuale'', spiega Michael Hermann, politologo dell'Universita' di Zurigo.