Tony Blair rimpiange di aver messo fuori legge la caccia alla volpe, ma non di aver invaso l’Iraq con gli americani. Era affascinato dalla principessa Diana, intimidito dalla Regina Elisabetta II. E’ pieno di elogi per l’ex-presidente George Bush ma definisce il suo collega Gordon Brown, attuale primo ministro. ”completamente privo di intelligenza emotiva”. Quanto a se stesso, ammette che alcuni lo ritengono paranoico, e che a volte beve un pò troppo.
Queste alcune delle ”perle”che si trovano nelle memorie dell’ex-premier britannico intitolate ”A Journey” (Un Viaggio), appena uscito nelle librerie. Settecento pagine, che contengono rivelazioni e giustificazioni tali da essere usate tanto dai suoi sostenitori quanto dai suoi detrattori.
L’ex-premier ha percepito un anticipo di 5 milioni e mezzo di euro per il suo libro, che racconta il suo viaggio da neofita politico a giovane primo ministro e uomo di stato prima ammirato e poi oltraggiato.
L’Iraq è il suo retaggio più controverso, ma Blair dice di non essere pentito di essere entrato in guerra con gli americani, anche se rivela di aver pianto per le vittime del conflitto. I proventi di ”The Journey” saranno devoluti ad associazioni assistenziali per i soldati feriti.
”Mi rammarico con ogni cellula del mio corpo la perdita di coloro che sono caduti”, scrive Blair, ”e le lacrime, anche se sono state molte, non la giustificano”. Ma, prosegue l’ex-premier, ”sulla base di quel che sappiamo oggi, io credo ancora che lasciare Saddam al potere sarebbe stato per la nostra sicurezza un rischio maggiore che rimuoverlo”.
”Non posso rimpiangere la decisione di andare in guerra”, dice Blair, pur ammettendo che ”non avrei mai preventivato l’incubo che si è poi sviluppato”. Sa bene, scrive Blair, di essere impopolare. ”Gli amici contrari alla guerra mi considerano ostinato; altri, meno amici, mi ritengono paranoico”.
Il libro sta vendendo bene in Gran Bretagna ed è al primo posto nella lista dei best-seller di Amazon, ma non è ancora riuscito ad entrare nella lista dei 100 libri più venduti negli stati uniti.
A Londra un gruppo di pacifisti si è riunito davanti ad una libreria gridando slogan contro la guerra. Lindsey German, della Stop the War Coalition ha definito Blair un criminale di guerra ed ha detto che le sue memorie cercano di ”giustificare l’ingiustificabile”.
Cinquantasette anni, Blair lasciò il suo incarico a giugno del 2007 dopo un decennio che ha incluso uno storico accordo di pace nell’Irlanda del Nord, l’impopolare guerra in Iraq e il conflitto in atto in Afghanistan.
Molti americani lo considerano un valido alleato nella lotta contro il terrorismo internazionale, ma nel suo Paese e’ controverso. Ascese al potere nel 1997 tra l’entusiasmo degli etettori, ma lo lasciò un decennio più tardi ostracizzato da molti per la guerra in Iraq e considerato controproducente da buona parte del Partito Laburista.