Nuove speranze per i circa 60 mila malati che in Europa sono in attesa di un trapianto di organi: il Parlamento europeo ha dato il via libera ad una nuova normativa che fissa standard di qualità e di sicurezza degli organi destinati al trapianto, ne promuove la donazione e facilita gli scambi.
Verrà anche costituito un network di autorità competenti che fisserà procedure per lo scambio di informazioni tra i 27 partner europei. Insomma, sarà più facile donare e trapiantare organi, e ci sono tutte le premesse per ridurre i tempi di attesa, in modo di salvare anche quei 12 pazienti che ogni giorno muoiono in Europa mentre aspettano la donazione di un organo che non arriva. Va detto che questo nuovo approccio globale ha incontrato anche nel Consiglio dei ministri dell’Ue molto condivisione di intenti e nessuna conflittualità.
In effetti la nuova direttiva permetterà di contribuire indirettamente alla lotta contro il traffico di organi tramite l’istituzione di autorità competenti; l’autorizzazione di centri per i trapianti, l’introduzione di sistemi di tracciabilità.
L’Italia, rispetto ad altri partner europei, è in una situazione evoluta. Esiste già a livello nazionale una autorità competente di coordinamento, il Centro nazionale trapianti che fa capo all’Istituto superiore della sanità. Quanto a numero di donazioni, l’Italia si situa subito dopo la Spagna che secondo la Commissione europea può contare su il più alto numero di organi donati (33,8) per milione di abitanti.
Il Paese europeo con il numero più basso di donazioni riceve appena un organo per milione di abitanti. La nuova normativa avrà soprattutto un valore aggiunto sul fronte del rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri in quanto sussistono ancora problemi nell’interscambio tra paesi. Il testo racchiude approvato altre numerose novità, come l’introduzione di una tracciabilità dal donatore al paziente e viceversa, assicurando comunque la riservatezza e la sicurezza dei dati.
Per i deputati inoltre, gli Stati membri devono anche assicurare la protezione più ampia possibile ai donatori viventi. La donazione di organi – ribadiscono – deve essere “volontaria e non remunerata, ma il principio di non remunerazione non deve ostacolare i donatori viventi dal ricevere una compensazione per una eventuale perdita di denaro dovuta alla donazione”.
Per rendere la normativa più incisiva è stato rafforzato anche il piano d’azione per la donazione e il trapianto di organi in vigore in Europa dal 2009, in cui l’Italia è capofila per alcuni importanti progetti. Insomma passi avanti importanti per il varo di una normativa che è vitale per molti pazienti europei e che lo stesso commissario Ue alla sanità John Dally ha accolto con grande soddisfazione, incitando gli Stati membri “a trasporre rapidamente il nuovo testo”.