Il governo italiano è ormai lo sponsor ufficiale della candidatura di Massimo D’Alema per il ruolo di ministro degli Esteri dell’Unione Europea.
Secondo l’agenzia di stampa Agi, il presidente del Consiglio si starebbe esponendo in prima persona per D’Alema e avrebbe chiamato le cancellerie europee per spiegare che quella dell’esponente del Pd «è una candidatura forte». Berlusconi, quindi, avrebbe sentito diversi leader europei, tra cui Nicolas Sarkozy e Angela Merkel.
Non solo: il presidente del Consiglio avrebbe sondato anche altre cancellerie, come quella inglese e quella portoghese. Tutti contatti aperti (anche tra Berlusconi ed esponenti del Partito socialista europeo) con lo scopo di portare D’Alema a Bruxelles.
Già il 30 ottobre quando era uscito fuori il nome dell’ex presidente del Consiglio per l’incarico di ministro degli Esteri europeo, palazzo Chigi aveva fatto sapere di seguire la situazione e che nel caso i leader del Partito socialista europeo avessero optato per D’Alema il governo avrebbe valutato la candidatura con«serietà e responsabilità».
Ad aumentare ulteriormente le chance di D’Alema c’è anche l’ipotesi del possibile ritiro della candidatura dell’inglese David Milliband, l’avversario più accreditato nella corsa all’incarico.
La candidatura dell’esponente democratico piace anche al sottosegretario Gianni Letta. Berlusconi, invece, nei giorni scorsi ha spiegato di credere in un dialogo con il Pd, di conseguenza un’eventuale nomina di D’Alema potrebbe favorire il confronto tra i due schieramenti.
Nel caso in cui D’Alema diventasse ministro degli Esteri europeo il Cavaliere comunque dovrebbe trovare una collocazione per Antonio Tajani che potrebbe “sostituire” Renata Polverini nella corsa alla regione Lazio.
Restano, però, da superare alcune resistenze internazionali. Il 5 novembre, ad esempio, l’ambasciatore polacco all’Ue ha bocciato l’ipotesi D’Alema a causa della sua militanza passata nel Partito Comunista.