BRUXELLES – Niente più fondi a chi viole le regole del Trattato di Maastricht sul deficit e sul rientro del debito entro il 60 per cento del Pil, e niente diritto di voto, e quindi di veto, per chi non sarà in regola con le regole fiscali del Trattato. Sono le condizioni dettate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel al vertice di Strasburgo con il presidente francese Nicolas Sarkozy e il presidente del Consiglio italiano Mario Monti.
La Germania pensa quindi ad alcune piccole ma sostanziali modifiche dei Trattati che potrebbero venire approvate in sede di Conferenza intergovernativa, con emendamenti immediatamente vigenti, senza l’attesa delle ratifiche dei Parlamenti dei Paesi che aderiscono all’euro.
Il piano del duo Merkel-Sarkozy prevede un’armonizzazione delle politiche fiscali con sanzioni più pesanti di quelle in vigore oggi, che potrebbero includere lo stop alla partecipazione di uno Stato dall’Ue in caso di violazione delle regole sul deficit.
L’Italia è d’accordo, con qualche condizione. Monti vorrebbe una concreta road map istituzionale e chiede anche che il meccanismo di sanzioni sia fatto in modo da coinvolgere al massimo il Paese Ue possibile oggetto di penalità.
Se Francia e Italia diranno sì alle richieste, la Germania sarebbe disposta ad allentare le pressioni sulle modalità operative della Banca centrale europea e una destinazione finale diversa per lo stesso funzionamento del Fondo Efsf europeo, che potrebbe diventare una sorta di Fondo monetario europeo, con funzioni di banca degli Stati, con fondi fino a mille miliardi di euro.