Il papa e l’arcivescovo di Canterbury hanno pregato insieme nell’Abbazia di Westimnster per dimostrare la fondamentale vicinanza tra cattolici e anglicani indicando che un giorno una unione più formale rafforzerebbe entrambi. Ma oltre ai sorrisi, alle preghiere e all’attenzione sulle cose che i due leader spirituali condividono, la visita ha mostrato che le due chiese sono più divise che mai, a quanto scrive il New York Times.
Tutti, incluso l’arcivescovo di Canterbury, il reverendo Rowan Williams, hanno cercato di non mostrare troppo le divisioni in pubblico. Nondimeno, è stato notato che Benedetto ha infranto le proprie regole presiedendo domenica alla messa di beatificazione del cardinale John Henry Newman, un filosofo e scrittore del diciannovesimo secolo che lasciò la Chiesa d’Inghilterra per convertirsi al cattolicesimo. Benedetto all’inizio del suo papato aveva parlato di canonizzazione e non di beatificazione.
La beatificazion, scrive il Nyt, è giunta un anno dopo che il Vaticano irritò molti anglicani, e in particolare l’Arcivescovo Williams, anunciando che avrebbe favorito la conversione di un gruppo di anglicani tradizionalisti. Ciò sottolineò divergenze e accuse secondo le quali la Chiesa Cattolica sta cercando di attrarre anglicani che non si sentono più a loro agio in una chiesa che consacra donne e preti gay, cosa che la Chiesa Cattolica non consente.
Da parte sua il Vaticano ha detto di aver creato il nuovo rito, che consentirebbe agli anglicani di conservare alcune liturgie e tradizioni, inclusi preti sposati, dopo la conversione al cattolicesimo, come risposta alle ripetute richieste di gruppi di anglicani tradizionalisti.
Benedetto ha epresso un raro riconoscimento delle tensioni tra le due chiese venerdi, quando ha detto all’Arcivescovo Williams di non essere venuto a visitare il centro della Chiesa d’Inghilterra – il primo papa a farlo – ”per parlare delle difficoltà che il sentiero ecumenico ha incontrato e continua a incontrare”.
Toccando la lunga e controversa questione dell’autorità papale, il papa ha agitato ancora le acque due giorni dopo dicendo ai vescovi cattolici dell’Inghilerra, del Galles e della Scozia che dovrebbero considerare l’offerta di conversione agli anglicani come ”un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni tra anglicani e cattolici”. Ha aggiunto il pontefice: ”Ci aiuta a concentrarci sull’obiettivo finale di tutta l’attività ecumenica: il ristabilimento della piena comunione ecclesiale”.
Ma, scrive il Nyt, la realtà non è dalla parte del papa. Sia gli anglicani che i cattolici dicono che il dialogo diretto alla piena comunione – in cui le due chiese lavorano per sanare la frattura della Riforma – è diventato pressochè impossibile da quando la Chiesa d’Inghilterra ha aperto le porte alle donne vescovo, dopo aver consacrato le donne preti nel 1994.
”La piena comunione è e rimane l’obiettivo”, ha dichiarato il vescovo anglicano di Guilford Christopher Hill, che è parte del dialogo tra cattolici e anglicani, ”ma quanto sia distante è un’altra questione”.