4 novembre nel segno dei marò. Napolitano e Terzi: “Ogni sforzo per ripotarli”

Giorgio Napolitano all’altare della Patria (Ansa)

ROMA – Un 4 novembre all’insegna dei due marò ancora prigionieri e accusati in India. Ad iniziare, prima ancora della tradizionale cerimonia è stato su Twitter il ministro Giulio Terzi che proprio ai due soldati ha dedicato il primo pensiero di giornata: “Riporteremo a casa” Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò ”detenuti ingiustamente in India”.

Poi è stata la volta della cerimonia e del  discorso del capo dello Stato Giorgio Napolitano che parte, anche se non li nomina direttamente, proprio da Girone e Latorre: “Continueremo a compiere ogni tenace sforzo per riportarli a casa” . Ai giovani militari impegnati su fronti internazionali, ha aggiunto il capo dello Stato,  ”manifestiamo la nostra vicinanza e gratitudine con particolare affetto e ansietà per chi è ancora privato della libertà”.

Napolitano ha quindi ricordato il ruolo delle Forze Armate prima con un messaggio in cui le definiva “cruciali” poi con il discorso all’Altare della Patria a Roma: ”Lo strumento militare assume un ruolo nuovo e centrale, perché oggi è possibile e necessario far pesare, insieme, quando sia necessario, la forza in nome della legge e della pace”. ”Dobbiamo dunque – ha aggiunto – potenziare le nostre forze armate per renderle efficaci rispetto ai nuovi compiti da assolvere, dotandole delle capacita’ umane e tecniche e dei mezzi che consentano loro di fronteggiare le tante e complesse minacce emergenti e, soprattutto, di operare pienamente inserite nel dispositivo di sicurezza della comunita’ internazionale”.

Mario Monti, invece, per celebrare la festa delle Forze Armate ha scelto il viaggio a sorpresa in Afghanistan con tanto di saluto ai militari impegnati nella missione di pace.

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Emiliano Condò