“Proprio perché ha vinto – spiega La Russa a proposito della Lega -, ha peso nella coalizione e oggi non ha più bisogno di fare il partito di lotta e di governo, ma ha la necessità di comportarsi con responsabilità, prendendo coscienza che le cose da fare si decidono insieme”.
Il candidato sindaco di Milano dovrà essere espressione del Pdl, prosegue, perché si tratta della “città di Berlusconi” dove tra Pdl e Lega “c’é il distacco più alto registrato al Nord, 37 a 14”. Nel caso del Ministero dell’Agricoltura “c’é un patto scritto da ricordare”: “quando generosamente si è concessa alla Lega la candidatura in due Regioni era previsto che in caso di doppia vittoria il Carroccio avrebbe lasciato il ministero”.
La Lega, afferma La Russa, è “forte” nei piccoli centri, mentre il Pdl al Nord “su temi come la sicurezza e la lotta all’immigrazione clandestina ha lasciato troppo spazio” al partito guidato da Umberto Bossi. In tema di forme di governo il ministro invoca “una maggiore dose di democrazia diretta”, dichiarandosi pro presidenzialismo all’americana ma senza “preconcetti”.