MILANO – Quando si dice fare il cambio degli armadi… È un’aria del tutto nuova quella che si prepara per i guardaroba degli europei. La promette l’onorevole europea Lara Comi, vicepresidente della commissione mercato interno e protezione consumatori e vicecoordinatore Pdl Lombardia, ma soprattutto promotrice del nuovo regolamento sulla tracciabilità dei capi tessili. L’obiettivo è quello di individuare gli abiti fabbricati in Italia.
Il nuovo regolamento europeo prevede un sistema di controllo più esteso per quanto riguarda i prodotti di vestiario. Per l’eurodeputata un sistema in grado di difendere veramente i prodotti italiani: “La tracciabilità – ha spiegato la Comi – riguarderà, non più come avviene ora, le sole ultime fasi della realizzazione di un capo tessile, ma tutti i passaggi relativi alla sua produzione. Il tessile richiede quattro grandi “step” diversi. Ci sono casi di aziende che, pur avendo completamente dislocato la produzione in paesi terzi, hanno l’accortezza di compierne le ultime fasi in Italia. Questo consente loro di apporre l’etichetta “made in Italy”.
Un piccolo gioco di prestigio, insomma, che consente di spacciare per completamente italiano un capo che con il tricolore ha poco o nulla a che fare. “Il nuovo regolamento introdurrà un’etichettatura in grado di risalire a tutte le fasi di lavoro di un capo, ognuna delle quali avrà una “paternità geografica”. La vera rivoluzione consisterà nell’introduzione di un microchip capace di contenere informazioni troppo ampie e vaste per una tradizionale etichetta.
“Il progetto – continua l’onorevole – è ancora allo studio. Bisogna capire come realizzare un microchip che non dia fastidio nel capo e che resista ai lavaggi. Una volta introdotto però, sarà possibile leggerlo con gli strumenti adatti e avere ogni tipo di informazione su di esso, come se ne fosse una sua carta d’identità. Non solo, ma le informazioni saranno registrate nelle 27 lingue dell’Unione”.
Il microchip, inserito nei prodotti più diversi, dai vestiti ai giocattoli, conterrà tutte le informazioni fondamentali da conoscere: provenienza, materiali e composizioni, normative Ue e possibili allergie. Il dispositivo avrà un costo molto basso, da 2-3 centesimi per i prodotti a basso prezzo, fino ai 10 centesimi per i prodotti di fascia alta, e sarà difficilmente falsificabile, a differenza della classica etichetta. Per leggerlo si dovrà usare uno speciale lettore che i commercianti dovranno rendere disponibile ai clienti, insieme, se richiesta, alla stampa dei dati contenuti nella “super etichetta”.