Basta polemiche, la legge sull’aborto va rispettata così come le donne che decidono di interrompere una gravidanza. L’indomani dell’annuncio del primo caso di aborto farmacologico in Italia, il ministro della Salute Ferruccio Fazio e quello del Welfare Maurizio Sacconi intervengono ribadendo una serie di principi.
“La scelta della paziente e la libertà della donna non possono essere messe in discussione, ma non è questo il punto”, ha detto il ministro della Salute. “In ogni caso la mia considerazione personale – aggiunge il ministro – è che tutte queste cose non fanno certo bene a chi si trova in una situazione come quella capitata a questa donna”.
“Se non dovesse avvenire, da parte delle Regioni, il rispetto effettivo della norma di legge, magari perché alcune amministrazioni incoraggiano le dismissioni volontarie, il governo interverrà ”, ha rincarato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. “La mia posizione, e credo di tutto il governo, è quella che ha sempre ritenuto l’aborto farmacologico di essere in linea con legge 194, che considera l’aborto un disvalore” ha sostenuto ancora Sacconi secondo il quale “necessariamente l’aborto farmacologico deve svolgersi nell’ambito del ricovero ospedaliero. Se ciò non accadrà , se non ci sarà il rispetto effettivo della norma di legge, magari perché alcune Regioni incoraggiano la dismissione volontaria, il governo inteverrà ”. Dura la posizione del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri.
“E’ scandalosa la campagna di disinformazione che si sta facendo in alcune regioni d’Italia sull’uso della pillola chimica”, è la sua accusa. “L’interruzione volontaria della gravidanza – spiega Gasparri – è regolamentata da una legge precisa, la 194, ed è negli articoli di questa legge che presidenti di regione, ai quali spetta di fissare le linee guida sulla somministrazione della Ru486, e medici hanno il dovere di trovare le risposte per impedire l’aborto fai da te. Le pene per chi viola la legge sono severissime, fino alla reclusione”.
Ma la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ravvisa nelle parole del presidente Gasparri e del ministro Sacconi “minacce davvero fuori luogo per le donne, per i medici e per le strutture ospedaliere”. Di più: Finocchiaro sospetta che dietro le polemiche odierne, ci sia l’obiettivo di colpire la legge 194. E si pone anche una questione privacy per le donne che abortiscono. Il Garante per il trattamento dei dati personali ha richiamato al principio, sul rispetto del quale è intervenuto anche l’ordine nazionale dei giornalisti e quello pugliese. Troppe infatti le pressioni da parte dei media sulla donna della quale sono state diffuse informazioni private e che potrebbero portare a identificarla.