Si chiama”Il rosso e il mare”, il ristorante della famiglia Vassallo finito nel mirino della Procura di Vallo della Lucania. Sorge nella zona pedonale di Acciaroli (nel comune di Pollica) e da oltre un anno, dal momento della sua apertura, e’ frequentato dai residenti, ma soprattutto dai tanti turisti che, specialmente d’estate, affollano le viuzze di una delle cittadine di mare piu’ belle d’Italia.
Nel menu’, piatti cilentani che strizzano l’occhi alla cucina internazionale, per una cucina saporita e con un ingrediente su tutti a farla da padrone: il pesce. E non poteva essere diversamente, visto che quella dei Vassallo e’ da sempre, qui ad Acciaroli, una famiglia di pescatori, proprio come Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore ucciso lo scorso 5 settembre in un agguato ancora senza colpevoli.
Un bel ”posticino”, come dice la gente di qui, proprio il ristorante che mancava ad Acciaroli. Fino a ieri mattina. Da ieri, infatti, ”Il rosso e il mare”, gestito dalla figlia del sindaco Vassallo e i cui locali sono di proprieta’ della madre, e’ off limits su disposizione della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Secondo gli inquirenti, il ristorante non avrebbe potuto usufruire del condono edilizio richiesto nel 1998 e ottenuto nel 2007, ragion per cui non sarebbe stato possibile concedere l’autorizzazione amministrativa per l’apertura e la gestione del locale, inaugurato da oltre un anno.
Da qui, l’ indagine per i reati di abuso d’ufficio e abuso edilizio. ”Tutto si chiarira’ presto – si affretta a commentare il figlio del sindaco, Antonio Vassallo – Non vi e’ alcuna irregolarita’ e lo dimostreremo nelle sedi opportune. Siamo sereni”. Cio’ che invece non fa stare affatto serena la famiglia Vassallo, e’ il rischio che la notizia possa provocare ripercussioni imprevedibili. La preoccupazione e’ che il fango rischi di imbrattare la memoria del sindaco-pescatore. ”Siamo addolorati. Una notizia del genere puo’ sporcare l’immagine di mio padre, e questo non e’ giusto, perche’ il ristorante e’ stato aperto in piena regola. Mio padre e’ sempre stato scrupoloso, attento ad ogni dettaglio di legge, ancora di piu’ quando si trattava di attivita’ che lo riguardavano in prima persona. Speriamo di poter dimostrare prima possibile la legittimita’ dell’esercizio commerciale, anche se siamo consapevoli che i tempi della giustizia non coincidono quasi mai con quelli dettati dalle nostre speranze.”
Sereno e’ anche Stefano Pisani, vicesindaco di Acciaroli. ”Gli atti prodotti dagli uffici comunali sono in regola – spiega Pisani – Attendiamo di leggere gli atti che hanno portato al sequestro, ma sappiamo anche che il nostro sindaco era sempre rigoroso, preciso e rispettoso della legge”. Intanto, in paese non c’e’ molta voglia di parlare. Dopo la morte di Vassallo, i riflettori di nuovo accesi in queste ore non fanno piacere. C’e’ voglia di un ritorno alla normalita’, insieme al desiderio, quello mai spento, di conoscere il nome, o i nomi, dei responsabili dell’agguato al sindaco-pescatore. Da mesi, si parla, e si legge, di indagini che proseguono, un giorno spedite, il giorno dopo a rilento. Un giorno e’ alla volta del business del cemento, il giorno dopo tocca allo spaccio di droga. Da ultimo, alla fine di novembre, si e’ addirittura diffusa la notizia che il killer sarebbe un cilentano con precedenti per associazione a delinquere finalizzati all’estorsione, rifugiatosi in Colombia. Poi, e’ tornato il silenzio. Tutto fino a ieri, quando la luce de riflettori si e’ accesa sul ristorante ”Il rosso e il mare”.
